Record negativo di spettatori e fischi all’inno nazionale d’Israele: è così che i francesi hanno boicottato il match di Nations League. Tensione all’interno dello stadio.

Pochissimi tifosi allo stadio, inno nazionale israeliano fischiato, buuu e ululati di disapprovazione nei confronti dei tifosi ospiti, qualche attimo di tensione in tribuna con fuggi fuggi generale e scontri per fortuna non gravi. Una cinquantina le persone coinvolte nella baruffa scoppiata nel momento in cui sono apparse le bandiere d’Israele. Sono le istantanee che fotografano quel che è stato, a prescindere dall’aspetto sportivo, la partita di Nations League tra Francia e Israele, due selezioni inserite nello stesso girone dell’Italia impegnata in Belgio. Al di là dell’interesse davvero modesto per l’appuntamento europeo, se sugli spalti dello stadio c’erano larghi vuoti è soprattutto per una forma di boicottaggio nei confronti del Paese mediorientale, considerato il contesto internazionale e la situazione drammatica in quell’angolo di mondo sconvolto dalla guerra e dalla devastazione.

Solo circa 20.000 spettatori hanno scelto di assistere all’incontro dal vivo, un’anomalia tale per una partita dei Blues da battere il record negativo di presenze in un impianto che può contenere fino a 80 mila persone (è l’affluenza più bassa nella storia delle sfide accolte in questa struttura). Gli ultimi match giocati dinanzi a poco pubblico risalgono a più di vent’anni fa: si contavano tra i 36.000 ei 45.000 spettatori nel 2003 per le sfide contro Cipro, Turchia, Nuova Zelanda (record assoluto negativo, con 36.842 spettatori) o contro lo stesso Israele.

Il servizio d’ordine e di sicurezza previsto in occasione del match era stato rafforzato per il timore di manifestazioni, anche violente, in favore del popolo palestinese. Quanto accaduto non più tardi di una settimana fa ad Amsterdam, a corredo della gara di Europa League tra il Maccabi Tel Aviv e l’Ajax, è stato da esempio e monito: scene simili, ma molto più contenute dalle forze dell’ordine preparate alla situazione, si sono ripetute anche a Parigi a poche ore dal match a causa degli scontri tra dimostranti e forze di polizia.

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Stadio blindato e non solo. Tutta la zona adiacente e altri zone d’accesso, vie ritenute chiave, sono state presidiate e protette grazie alla mobilitazione di 4.000 agenti di polizia e gendarmi: agenti distribuiti sia all’interno sia all’esterno dell’arena transalpina, sia sui trasporti pubblici. Un sistema di sicurezza eccezionale culminato con la scorta concessa alla nazionale e alla delegazione israeliane.

Poco dopo le 19, infatti, le forze di polizia erano schierate tutte in campo per garantire l’arrivo allo Stade de France di Israele. Numerosi i veicoli e decine di motociclette componevano il corteo previsto per salvaguardare l’incolumità di calciatori e staff. A seguire tutte le operazioni nel quartier generale all’interno dell’impianto della capitale erano presenti il ​​ministro degli Interni, Bruno Retailleau, e il prefetto della polizia di Parigi, Laurent Nuñez.

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