S&P ha di nuovo rivisto al ribasso le proprie previsioni di crescita del Pil per la maggior parte dei Paesi per tenere conto dell’impatto generato dalle tensioni commerciali che si prevede determineranno un rallentamento significativo delle attività. Per quanto riguarda in particolare l’Italia, l’agenzia vede ora una crescita pari allo 0,5% quest’anno (dal +0,6% previsto a marzo) e dello 0,8% nel 2026 (stima ridotta da +1%). In prospettiva S&P vede poi una crescita dello 0,9% sia nel 2027 che nel 2028. Rispetto a marzo, la stima per il 2027 è stata ridotta di un decimo mentre quella per il 2028 è rimasta invariata.
Riviste al ribasso anche le stime del pil mondiale, sempre per effetto dei dazi e delle turbolenze che stanno provocando. Si tratta di «uno shock al sistema, con impatti concentrati sulla fiducia e sulla formazione dei prezzi» e da cui l’economia reale «sarà sicuramente influenzata» anche se «resta da capire in quale misura». La crescita mondiale viene tagliata per il 2025 di tre decimi di punto percentuale, al 2,7%, per il 2026 di quattro decimi al 2,6%, e per il 2027 di un decimo al 3,3%. Tagliato si 5 decimi di punto, all’1,5%, il Pil Usa nel 2025, di un decimo, allo 0,8%, quello dell’Eurozona. I tagli riguardano anche la Cina: nel 2026 l’agenzia prevede un calo di 8 decimi di punto, con una crescita che passa dal 3,8% al 3%.