S&P Global Ratings ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per l’Italia. Come mostrano le tabelle contenute nel Global Economic Outlook relativo al secondo trimestre, in un contesto di indebolimento globale dovuto anche all’effetto della nuova politica commerciale americana, per l’Italia è attesa una crescita dello 0,6% quest’anno, contro il +0,9% stimato lo scorso novembre. Leggera accelerazione prevista nel 2026, con un +1% (da +1,1%) e nel 2027 (+1%, contro la precedente stima per +0,9%). Nel 2028 è vista una crescita dello 0,9%.
S&P Global Ratings ha rivisto al ribasso le stime di crescita per l’Eurozona per l’anno in corso, ma ha ritoccato al rialzo quelle dei prossimi due anni. Come mostrano le tabelle contenute nel Global Economic Outlook relativo al secondo trimestre, per l’Eurozona è attesa una crescita dello 0,9% quest’anno, contro il +1,2% stimato lo scorso novembre. Accelerazione prevista nel 2026, con un +1,4% (da +1,3%) e nel 2027 (+1,5%, contro la precedente stima per +1,2%). Nel 2028 è vista una crescita dell’1,5%. La crescita globale è attesa a +3% quest’anno (dato invariato rispetto alle previsioni di novembre), +3% nel 2026 (da +3,1%), +3,4% nel 2027 (da +3,2%) e +3,3% nel 2028.
Cresce incertezza politica
“La crescente incertezza politica degli Stati Uniti, legata principalmente ai dazi, domina la narrativa macro globale”, si legge nel report, in cui si sottolinea che “le previsioni S&P per la crescita del Pil sono calate rispetto a quelle precedenti. Ciò è dovuto agli effetti dei dazi statunitensi e dalle ricadute di un calo più marcato della crescita sequenziale degli Stati Uniti”. In particolare, “la crescita europea è più debole quest’anno, ma migliorerà a partire dal 2026 grazie all’aumento della spesa per la difesa e le infrastrutture. Le prospettive per la Cina sono stabili”, spiega l’agenzia di rating, sottolineando che “i soft data, come la fiducia e il sentiment, sono crollati e le valutazioni dei mercati statunitensi hanno subito una flessione. L’attività e gli hard data, hanno finora tenuto, ma l’attenzione è rivolta ai consumi e all’occupazione negli Stati Uniti”. Il report mostra inoltre che “i rischi per lo scenario di base di S&P sono nettamente al ribasso. L’agenzia sta osservando gli effetti sulla domanda a causa del protrarsi dell’incertezza politica degli Stati Uniti. Se queste dovessero concretizzarsi, il risultato sarebbe un rallentamento sostanziale della crescita”.
Crescita a rischio
Nel primo trimestre “abbiamo registrato un cambiamento sostanziale nella nostra narrativa sulla crescita globale, derivante dalle ricadute e dall’incertezza politica degli Stati Uniti. Si prevede un rallentamento della crescita quest’anno, ma anche una modesta rotazione della crescita dagli Stati Uniti negli anni successivi”, si legge nel rapporto. Secondo S&P, “la crescita del Pil statunitense si ridurrà più rapidamente rispetto alla precedente previsione di base per il 2025. Il punto di partenza di quest’anno era una crescita di circa il 2,5%, dopo un solido ultimo trimestre del 2024, ma ora prevediamo che la crescita scenderà a circa l’1,5% nell’ultimo trimestre del 2025. L’avvio dei tagli fiscali e di alcune riforme sul lato dell’offerta dovrebbero poi riportare la crescita verso il 2%”. C
Mercati volatili nel 2025
Come si legge nel report, “i mercati sono stati volatili nel primo trimestre del 2025, digerendo i cambiamenti della politica statunitense e le diverse prospettive di crescita globale. I temi forti sono stati il ribasso degli Stati Uniti (e del Giappone) e il rialzo della Germania (e della Cina). Questo vale per le azioni, i titoli di Stato e le valute. La nostra lettura è che i mercati stanno valutando il rallentamento della crescita statunitense e la ripresa dell’Europa”.