Più di mille persone, fra cui 745 civili, sono stati uccisi negli fra le forze di sicurezza siriane e le milizie alawite leali a Bashar Assad nella regione di Latakia, ha reso noto l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong basata a Londra. I civili sono stati uccisi in esecuzioni sommarie, si denuncia.

Fra le nuove forze siriane, sono 125 i morti, fra i lealisti di Assad, 148. Gli scontri sono iniziati giovedì, dopo una imboscata su vasta scala a Jableh, a opera delle milizie alawite contro le forze siriane, che riuniscono i gruppi guidati da Hayat Tahir al-Sham. Il governo siriano del presidente facente funzione Ahmad al-Sharaa sostiene che le esecuzioni sommarie siano state “azioni individuali” e non coordinate con le forze di sicurezza, laddove tuttavia non è ancora definito il confine con milizie non ancora inquadrate, che sono arrivate nella provincia di Latakia da tutto il Paese per partecipare all’operazione di repressione. Al-Sharaa, parlando da una moschea, ha spiegato che gli ultimi sviluppi sono inciampi “attesi” e ha lanciato un appello per l’unità nazionale.

Un residente della cittadina di Snobar ha denunciato che uomini armati hanno ucciso almeno 14 dei suoi vicini, tutti della stessa famiglia, incluso un uomo di 75 anni e i suoi tre figli, di fronte alla moglie. “Dopo hanno chiesto alla donna di consegnare l’oro che indossava per non essere uccisa anche lei”. La regione è senza elettricità e acqua. I cadaveri sono impilati nelle strade, ha testimoniato un altro.

Al-Jolani, dobbiamo mantenere unità nazionale e pace civile

“Quello che sta accadendo in Siria al momento fa parte delle sfide attese. La rivoluzione è emersa da queste moschee che hanno insegnato la morale ai loro figli, quindi non c’è paura per la Siria. Dobbiamo mantenere l’unità nazionale e la pace civile nel Paese, e abbiamo la capacità per vivere insieme. State tranquilli sulla Siria; questo Paese possiede le componenti per la sopravvivenza”. Lo ha detto il leader siriano ad interim Ahmed al-Sharaa (Al-Jolani) in un discorso pronunciato in una moschea di Damasco, come riportano i media locali.

La condanna dell’Ue

“L’Unione europea condanna fermamente i recenti attacchi, secondo quanto riferito attuati da elementi filo-Assad, contro le forze governative provvisorie nelle zone costiere della Siria e tutte le violenze contro i civili”. Lo comunica, in una nota, il portavoce dell’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, Kaja Kallas.

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