La Rappresentante di Lista è tornata con il nuovo disco Giorni felici, un disco pop-rock che mantiene evidente l’impegno politico e sociale del duo formato da Veronica Lucchesi e Dario Magiaracina.

La Rappresentante di Lista, Gaia, Tony Effe (Getty Images)

Veronica Lucchesi e Dario Magiarcina, ovvero La Rappresentante di Lista, ci mostrano i loro Giorni felici, nell’omonimo nuovo album. Un disco le cui sonorità si allontanano dal classico pop della sanremese Ciao ciao riavvicinandosi alle tematiche politiche e sociali che li contraddistinguono. L’uscita del disco era stata anticipata dai singoli Paradiso e La città addosso, tra le top 50 canzoni più passate in radio contro le aspettative del duo stesso che a Palermo Today ha raccontato di non fare canzoni con testi radiofonici.

Il nuovo album

Il titolo del nuovo album è Giorni felici, un’idea nata da una mostra con lo stesso titolo allestita a Palermo in cui degli oggetti venivano messi in acqua ed erano destinati a deperire durante il corso della mostra. Nell’album si torna alle canzoni politiche, spiegano a Palermo Today ricordando che sono “quelli che dicevano ‘la mia natura è resistere’”. Canzoni che a detta loro “non hanno niente di radiofonico”, soprattutto nei testi, ma riescono comunque a posizionarsi in vetta alle classifiche dei brani più passati in radio, forse perché “c’è chi si è stufato di mettere le solite canzoni sul niente”, spiegano. Ciò a cui sono più legati sono proprio i loro testi e i messaggi politici e sociali di cui si fanno portatori. Per loro sembra essere impensabile scrivere testi in cui non raccontano ciò che più gli sta a cuore e preoccupa. In Giorni felici si spazia dall’ansia per un futuro incerto al senso di vuoto e la mancanza di rassicurazioni. Temi che secondo loro gran parte dei pezzi pop non riescono ad affrontare, offrendo sempre una pacca sulla spalla dell’ascoltatore. Nell’intervista il duo fa l’esempio di Sesso e Samba di Gaia e Tony Effe: “Con tutto il rispetto per gli interpreti, è un brano che dice di non pensarci, che va tutto bene, ma non è così, fa spegnere il cervello”, un brano che anche se cantato al Pride o a Lampedusa “significherebbe poco o niente”. Per loro, invece, la musica non deve spegnere ma accendere, risvegliare qualcosa spingendo gli spettatori a maturare un pensiero critico: la musica “è responsabilità”.

Il pop e Sanremo

Con la partecipazione a Sanremo 2022 La Rappresentante di Lista si era arresa al pop, proponendo Ciao ciao, un pezzo ballabile che manteneva però la prerogativa di un testo impegnato mostrando la catastrofe verso cui sta andando il mondo. Un brano diverso da quelli degli esordi a cui invece si avvicina nuovamente Giorni felici, dimostrando la loro capacità di non essere inghiottiti dal pop: “Avremo potuto ripetere per altre dieci volte Ciao ciao, sarebbe stato più semplice ma non faceva per noi”. Per ora non ci sono partecipazioni sanremesi in vista, e a tal proposito il duo racconta di aver declinato una proposta allettante. Per loro l’importante ora era mettere la musica e le loro canzoni al centro e, a detta del duo, Sanremo non glielo avrebbe permesso: “Nel giro di Sanremo la musica diventa un 15% del tutto: c’è un discorso di comunicazione, immagine, rapporti da curare”.

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