“Sempre disponibile”, e “mi capisce, mi tratta bene”. Inoltre, “non mi giudica”. I ragazzi definiscono così il loro rapporto, ormai quotidiano, con l’Intelligenza Artificiale. Una comfort zone dove parlare, trovare facili risposte, disponibilità continua, in molti casi sicurezza. È quello che emerge da un sondaggio sul rapporto tra adolescenti e Intelligenza artificiale dal quale emerge anche la funzione di conforto emotivo degli strumenti dell’IA, contenuto nella XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Senza filtri”, diffuso oggi da Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, a pochi giorni dalla Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Il 58,1% degli utilizzatori dell’IA ha chiesto consigli su qualcosa di serio e di importante per la propria vita (il 14,3%spesso, il 43,8% qualche volta); il 63,5% ha trovato più soddisfacente confrontarsi con uno strumento dell’IA che con una persona reale (il 20,8% spesso, il 42,7% qualche volta); il 48,4% ha condiviso informazioni della sua vita reale.
Quest’anno l’Atlante ha voluto indagare l’età dell’adolescenza, attraverso un’analisi dei dati e un viaggio in ascolto delle voci di ragazze e ragazzi. Il risultato è una fotografia ricca e complessa, di adolescenti onlife, da una parte consapevoli delle difficoltà della fase che attraversano e alla ricerca di nuove strade e spazi di condivisione, dall’altra a rischio di isolamento.
Consigli e richieste d’aiuto
Il 41,8% dei ragazzi e delle ragazze tra i 15 e i 19 anni afferma di essersi rivolto a strumenti di Intelligenza artificiale per chiedere aiuto in momenti in cui si sentiva triste, solo/a o ansioso/a. Una percentuale simile, oltre il 42%, per chiedere consigli su scelte importanti da fare (relazioni, sentimenti, scuola, lavoro). Il 92,5% degli adolescenti utilizza strumenti di IA, contro il 46,7% degli adulti. Il 30,9% – quasi un/a ragazzo/a su tre – tutti i giorni o quasi, il 43,3% qualche volta a settimana, solo il 7,5% non la utilizza mai. In totale, meno della metà dei ragazzi e delle ragazze (49,6%) mostra un buon livello di benessere psicologico. La vita dei nativi digitali si svolge in una dimensione onlife, in cui non ci sono più barriere tra mondo fisico e virtuale. Il 38% dei 15¬-19enni afferma di guardare spesso il cellulare in presenza di amici o parenti – il fenomeno del ‘phubbing’ e il 27% si sente nervoso quando non lo ha con sé. Più di uno su 8 è iperconnesso, cioè risponde ad indicatori che rilevano un profilo di uso problematico di internet (13%) e il 47,1% è stato/a vittima di cyberbullismo, un dato in aumento dal 2018, quando le vittime erano il 31,1%. Il 30% ha fatto ghosting, bloccando una persona improvvisamente senza fornire spiegazioni. Il 37% dei 15 -19enni trascorre tempo sui siti porno per adulti, percentuale che sale al 54,5 % nel caso dei ragazzi, rispetto al 19,1% delle ragazze .
La dimensione off-line: il 46,2% non legge libri
Quanto alla dimensione off-line, un adolescente su due non ha mai visitato mostre o musei nel 2024 (oltre il 60% nel Mezzogiorno), il 21,2% non è mai andato al cinema, il 46,2% non legge libri al di là di quelli scolastici. Il 18,1% non fa nessuna attività fisica, percentuale che sale al 29,2% nel Mezzogiorno. Meno della metà (47,6%) dei giovani tra i 15 e i 24 anni ha fatto una gita o una vacanza di almeno una notte, in Italia o all’estero, rispetto all’81% dei giovani spagnoli e il 90% degli olandesi. Sul fronte delle relazioni, gli amici restano per i ragazzi e le ragazze un punto fermo nelle acque incerte dell’adolescenza: più di 8 su dieci sono soddisfatti del loro rapporto con gli amici (il 40% soddisfatti, il 42,5% molto soddisfatti). Pochissimi, solo l’1,6% non sono per nulla soddisfatti. Positiva anche la relazione con i genitori, il 78% se ne dichiara soddisfatto o molto soddisfatto (84% i ragazzi, 73% le ragazze), anche se il 31% dichiara di aver avuto gravi problemi nel rapporto con loro.
“L’Atlante fotografa le tante, diverse, adolescenze vissute in Italia da una generazione che è stata duramente segnata dall’emergenza Covid, in termini di uso problematico di internet e di rischi di isolamento, ma che oggi cerca con forza nuovi spazi di protagonismo – ha dichiarato Raffaella Milano, Direttrice del Polo Ricerche di Save the Children – Le disuguaglianze economiche, educative e sociali si fanno più pesanti proprio in questa fase cruciale della crescita, rischiando di compromettere il futuro. È necessario colmare questi divari e garantire a tutti gli adolescenti l’opportunità di studiare, viaggiare, fare sport, sperimentarsi, come loro stessi ci chiedono a gran voce”.
Il benessere psicologico: i ragazzi più soddisfatti di sé stessi delle ragazze
Il 60% degli adolescenti è soddisfatto o molto soddisfatto di sé, con percentuali più elevate tra i ragazzi (71%) rispetto alle ragazze (50%). Quasi uno su 8 ha usato psicofarmaci senza prescrizione nell’ultimo anno, con una percentuale più alta tra le ragazze (16,3%). Un gap di genere che si riscontra anche quando li si interroga sul proprio benessere psicologico: poco più di una ragazza su tre mostra di avere un buon equilibrio psicologico(34%), contro il 66% dei ragazzi, la più ampia differenza di genere rilevata tra tutti i Paesi europei (oltre 30 punti percentuali) . In totale, meno della metà dei ragazzi e delle ragazze (49,6%) mostra un buon livello di benessere psicologico.










