Emergono dettagli dalle carte dell’indagine per rissa aggravata legata ai fatti del 18 agosto 2023, quando il trapper e un gruppo di amici avrebbero fatto “scoppiare il finimondo” perché a uno tra loro non era consentito entrare. Tra le testimonianza, qualcuno riporta le parole di Tony Effe da cui sarebbe scaturito lo scontro con i bodyguard.

Tony Effe (Rocco Spaziani:Archivio Spaziani:Mondadori Portfolio via Getty Images)

Dopo il caso del concerto di capodanno a Roma annullato, l’attenzione mediatica per Sanremo e il caso della collana vietata sul palco dell’Ariston, si torna a parlare di Tony Effe e questa volta per ragioni più complesse, legate all’indagine per “rissa aggravata” nella quale il trapper è coinvolto, in relazione a fatti accaduti a Olbia nel 2023. In queste ore il Corriere della Sera ha reso noti alcuni dettagli del fascicolo della Procura per una lite risalente a due anni fa, in Costa Smeralda, in cui furono coinvolti anche tre buttafuori, oltre che due amici di Nicolò Rapisarda, in arte Tony Effe.

Le testimonianze della rissa in Sardegna

“Cinque minuti di botte, sprangate, lancio di sedie, bicchieri e pietre”, si legge sul quotidiano, che descrive così la gigantesca rissa del 18 agosto 2023 al Sanctuary, uno dei locali notturni più frequentati dai vip in Costa Smeralda. Tony Effe quella sera Capeggiava un gruppo di amici romani con cui avrebbe dato assalto alla discoteca. Gli animi si sarebbero scaldati nel momento in cui uno dei buttafuori ha vietato a una persona del gruppo del trapper di entrare. Tony Effe a quel punto avrebbe reagito minacciosamento: “Se lui non entra, vi ammazziamo tutti”. Da lì lo scontro, tra urla, scazzottata furiosa, sedie e tavoli all’aria e poi la fuga, terminata all’ospedale di Olbia, dove è finito uno degli amici del trapper e un addetto alla sicurezza, con un referto di 109 giorni.

“È successo il finimondo”

Stando ai dettagli che emergono, nel gruppo arrivato all’esterno della discoteca c’erano ragazzi e ragazze, ma sono solo cinque i nomi identificati. In tutto una decina di persone, tra cui alcuni “arrivati in condizione di evidente alterazione”. Tra gli identificati anche persone con precedenti e tra queste Christian Perozzi, nella cui fedina penale c’è una condanna per omicidio. Proprio a lui è stato impedito di entrare nel locale e da qui la rissa.  “Le hostess stavano per accompagnarli a un tavolo, quando per non aver fatto entrare Perozzi è scoppiato il finimondo”, si legge tra alcune testimonianze dei clienti presenti: “Oltre ai danni materiali, ingentissimi, ci sono quelli provocati dalla chiusura per 15 giorni, disposta dal questore per la rissa e dai mancati introiti ad agosto”. Immediato l’arrivo dei carabinieri dopo la segnalazione della rissa, ma a quel punto il gruppo romano si era già dileguato. Anche Tony Effe si è presentato al pronto soccorso, ma non c’è alcun referto. Maggiori dettagli arriveranno con l’udienza preliminare dei prossimi mesi.

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