Nella provincia di Guizhou, nel sud-ovest della Cina, un team di ricercatori ha scoperto una nuova specie di pesce che sembra proprio essere nel bel mezzo di un processo evolutivo.
È stata chiamata Sinocyclocheilus xingrenensis e si distingue per un dettaglio che ha lasciato gli scienziati piuttosto perplessi: pur vivendo in un ambiente sotterraneo, a differenza della maggior parte dei pesci che si trovano nei fiumi e tra le acque sotterranee, ha ancora occhi sorprendentemente grandi. Questo aspetto racconta molto della sua storia.
Un pesce dorato dalle caratteristiche insolite

La scoperta è avvenuta durante una serie di esplorazioni all’interno di una grotta che si trova nella regione carsica di Guizhou, un territorio ricca di ambienti ipogei che ospitano molte specie adattate alla vita al buio. E questa nuova specie, strettamente imparentata ad altre che vivono in grotta, si è distinto subito per la sua colorazione dorata e per la totale assenza di scaglie, una caratteristica comune nei pesci troglobi o cavernicoli, poiché la perdita di scaglie può sensibilmente ridurre il dispendio energetico e migliorare il tatto.
Ma ciò che ha davvero incuriosito i ricercatori è stata la presenza di occhi ben sviluppati, un elemento inusuale per una specie che vive sottoterra. Molti animali che si sono adattati a questi ambienti, infatti, tendono a perdere progressivamente la vista, perché in condizioni di oscurità quasi totale non è più un senso molto utile alla sopravvivenza, anzi rappresenta un investimento energetico molto costoso. Perché, allora, questo pesce ha ancora occhi così grandi?
Un’evoluzione ancora in corso per adattarsi a vivere in grotta
Secondo i risultati pubblicati sulla rivista Zoosystematics and Evolution, la risposta potrebbe risiedere nella storia evolutiva della specie. Sinocyclocheilus xingrenensis potrebbe essersi spostato nel suo attuale habitat sotterraneo solo di recente, e quindi essere ancora in fase di adattamento. In altre parole, è possibile che stia seguendo lo stesso percorso evolutivo di altre specie cavernicole, ma che non abbia ancora avuto il tempo di adattarsi e perdere del tutto la vista.
Inoltre, analizzando il DNA e confrontandolo con quello di altri pesci dello stesso genere, i ricercatori hanno anche scoperto che la perdita di scaglie in questi pesci è avvenuta relativamente di recente, durante il Pleistocene (tra 2,6 milioni e 11.000 anni fa). Significa che questi pesci hanno colonizzato le caverne non più di qualche milione di anni e che la loro evoluzione sia ancora in atto. Se così fosse, S. xingrenensis potrebbe trovarsi in una fase di transizione per adattarsi alla vita sotterranea. Un esempio straordinario di evoluzione in tempo reale.
Un futuro ancora incerto per una specie appena scoperta
Ma questa storia non è solo una curiosità scientifica e un esempio da manuale di biologia evoluzionistica: c’è anche un lato preoccupante. La grotta in cui vive S. xingrenensis si trova nel bel mezzo di un villaggio, il che lo rende particolarmente vulnerabile alle attività umane. L’espansione urbana, l’inquinamento e altre attività umane potrebbero mettere in serio pericolo il suo habitat prima ancora che gli scienziati abbiano avuto il tempo di studiarlo davvero a fondo.
Proteggere questa nuova specie, secondo gli autori, è quindi una priorità assoluta, poiché significherebbe anche tutelare un tassello unico del processo evolutivo di questo gruppo di pesci. Riusciremo a dargli il tempo di “completare” il suo adattamento alla vita sotterranea? La sua evoluzione andrà davvero nella stessa direzione seguita da altre specie e “prevista” dagli scienziati? Le risposte a queste domande dipenderanno da quanto saremo in grado di proteggere l’ambiente in cui vive.