La Cina vieta l’iPhone negli uffici governativi: “Possibile spionaggio e pericoli per la privacy”

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Il governo centrale di Pechino ha deciso di vietare ai funzionari governativi l’uso dell’iPhone e di altri dispositivi non cinesi per motivi di lavoro, impedendo anche di portarli in ufficio. La direttiva, scrive il Wall Street Journal, è l’ultimo passo della campagna di Pechino per ridurre la dipendenza dalla tecnologia straniera e per migliorare la sicurezza informatica interna. 

Apple produce gran parte dei suoi iPhone in Cina, dove detiene la quota di maggioranza delle vendite di smartphone di fascia alta. Il divieto potrebbe danneggiare il marchio, alimentando voci di un possibile spionaggio o interferenza e riducendo le vendite ai clienti. C’è anche una certa ironia nelle accuse che arrivano dal governo cinese, dal momento che Apple ha sempre puntato molto sulla privacy e sulla sicurezza dei dati di chi usa i suoi dispositivi. Anni fa l’azienda di Cupertino arrivò a rifiutarsi di collaborare con l’FBI per fornire messaggi privati che avrebbero potuto essere usati in un caso di omicidio, ma con la Cina è in qualche modo scesa a patti per rispettare le leggi locali. Ad esempio, i dati iCloud per i cittadini cinesi sono archiviati in data center geograficamente situati all’interno della Repubblica Popolare, rendendone potenzialmente più facile l’intercettazione da parte delle autorità cinesi. Apple afferma comunque che Pechino non possiede le chiavi per decriptare queste informazioni.

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La lotta tecnologica tra Cina e Stati Uniti prosegue da anni, con Washington che blocca l’esportazione di attrezzature necessarie per mantenere competitiva l’industria dei chip, e Pechino che rallenta le consegne di importanti aziende statunitensi, come Boeing e Micron Technology. Il presidente XI Jinping nel 2020 ha proposto un modello di crescita a “doppia circolazione” per ridurre la dipendenza dai mercati e dalla tecnologia esteri, con l’obiettivo di sviluppare una catena di approvvigionamento nazionale completamente indipendente.

Anche se il bando investe altri marchi, il WSJ parla solo di Apple. Ed è sospetto anche il tempismo con cui arriva la notizia: qualche giorno prima dell’evento del 12 settembre, dove sarà presentata la nuova linea di iPhone.

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