Condanna definitiva. La Corte di Cassazione di Parigi ha respinto il ricorso dell’ex presidente Nicolas Sarkozy. Diventa così definitiva la condanna a tre anni di detenzione, dei quali uno senza condizionale, da scontare con braccialetto elettronico (ma il mese prossimo il leader gollista compie 70 anni e potrà evitare anche questo tipo di sanzione). Sono inoltre previsti tre anni di ineleggibilità attiva e passiva. È la prima volta che un ex presidente francese viene condannato a una sanzione detentiva non sospesa.
Sarkozy è stato riconosciuto colpevole di corruzione e traffico d’influenze nel caso Bismuth. Sarkozy, insieme al suo avvocato storico Thierry Herzog, ha stretto un patto corruttivo con un alto magistrato della Corte di Cassazione, Gilbert Azibert, per ottenere informazioni e tentare di influire su un ricorso presentato dall’ex presidente nell’affaire Bettencourt, riguardante alcuni presunti finanziamenti illeciti della campagna presidenziale del 2007 (per il quale è stato dichiarato il non luogo a procedere). In cambio, sarebbe stato promesso ad Azibert un aiuto per ottenere un ruolo onorifico nel principato di Monaco. Sarkozy, Herzog e Azibert sono stati tutti condannati alla stessa pena.
L’ex presidente «si conformerà evidentemente alla sanzione pronununciata», ha spiegato il suo avvocato, Patrice Spinosi, ma «nei prossimi giorni» presenterà ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo «per ottenere la garanzia dei diritti che i giudici francesi gli hanno negato». Secondo Spinosi, durante il processo sono state usate intercettazioni di conversazioni telefoniche tra Sarkozy e il suo avvocato che sarebbero coperte, come ha confermato una sentenza del 2016 della Cedu, da segreto professionale. Azibert, continua inoltre Spinosi, non avrebbe ottenuto alcuna promozione.
«Non sono disposto ad accettare l’ingiustizia profonda che mi viene fatta», ha scritto su X l’ex capo di Stato, convinto di «restare nel giusto» e affermando di voler «ribadire [la sua] perfetta innocenza». « Mi assumerò le mie responsabilità e affronterò tutte le conseguenze», ha aggiunto. «Mi si rimprovera di aver pensato di sostenere una candidatura che non è mai stata presentata, tramite un intervento che non è mai avvenuto, in cambio di un favore che non è mai stato né richiesto né concesso!», Spiega ancora Sarkozy. « Il tutto – conclude – basato su frammenti di conversazioni tra un avvocato e il suo cliente, confidenziali per definizione».
Le vicissitudini giudiziarie di Sarkozy non sono finite. Il 6 gennaio si aprirà al tribunale di Parigi il processo, che durerà quattro mesi, sui sospetti finanziamenti illeciti libici per la campagna elettorale del 2007, mentre nel corso dell’anno la Corte di Cassazione dovrà pronunciarsi sul ricorso dell’ex presidente contro la sua condanna a un anno di reclusione, di cui sei mesi con la condizionale, nel caso Bygmalion, relativo alle spese eccessive della sua campagna elettorale del 2012.