Niente sospensiva per la sentenza con la quale il Tar della Liguria a inizio dicembre scorso ha dichiarato illegittimo l’affidamento della concessione dell’uso in esclusiva del marchio «Festival della Canzone Italiana» di Sanremo. La decisione è contenuta in un’ordinanza pubblicata venerdì 4 aprile dal Consiglio di Stato, al quale la Rai si era rivolta per appellare la decisioni dei giudici amministrativi di primo grado, ma anche con una domanda incidentale di sospendere l’efficacia del provvedimento del Tar Liguria. A fine febbraio i giudici avevano deciso che il ricorso in appello debba essere deciso direttamente il 22 maggio.

In pratica il Consiglio di Stato, «ritenuto che la già intervenuta fissazione dell’udienza di merito per il prossimo 22 maggio 2025 escluda ragioni di periculum in mora tali da giustificare l’adozione della misura cautelare richiesta», ha rilevato che «le deduzioni cautelari da ultimo svolte attengono principalmente alle specifiche modalità con cui il Comune ha inteso dare esecuzione alla sentenza». Da ciò il rigetto dell’istanza cautelare. Tutto rimandato quindi a maggio per la definizione dell’appello nel merito.

A dicembre scorso, la prima sezione del Tribunale amministrativo regionale per la Liguria dichiarò illegittimo l’affidamento diretto alla Rai da parte del Comune di Sanremo dell’organizzazione del Festival per gli anni 2024/2025. I giudici decisero che il Comune di Sanremo, fatta salva l’edizione 2025 che si è comunque svolta come previsto, avrebbero dovuto bandire l’affidamento della kermesse canora con una gara aperta agli operatori del settore. Ma, secondo la Tv di Stato, la decisione riguardava soltanto il brand e alcuni servizi ancillari, mentre la titolarità di Sanremo restava in capo alla Rai. Posizione che ha originato il ricorso in Consiglio di Stato di Viale Mazzini.

Intanto la Giunta del Comune ligure ha varato una procedura di gara definita con il via libera alla delibera che avvia la ricerca di un nuovo partner per l’organizzazione e la trasmissione in chiaro dell’evento per le edizioni 2026, 2027 e 2028, con la possibilità di una proroga biennale. Il nuovo partner dovrà garantire un corrispettivo minimo di 6,5 milioni di euro al Comune (1,5 milioni in più rispetto alla convenzione in essere), oltre all’1% sugli introiti pubblicitari e sullo sfruttamento dei marchi concessi. Sarà inoltre responsabile di tutti i costi organizzativi, compresi quelli per la realizzazione di un palco esterno, dove si esibiranno artisti in collegamento con la diretta televisiva serale.

Parallelamente hanno preso a circolare indiscrezioni secondo cui la Rai, in caso di mancato accordo con il Comune per le prossime edizioni, sarebbe pronta a organizzarsi un festival della canzone alternativo che si potrebbe chiamare «Festival della Musica italiana». Con un dettaglio non di poco conto: la Tv italiana è membro dell’Ebu, quindi l’eventuale nuova kermesse che si svolgerebbe fuori da Sanremo andrebbe a eleggere il rappresentante italiano all’Eurovision Song Contest.

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