Nelle prossime due settimane arriverà in Consiglio dei ministri un decreto per tagliare le liste d’attesa nella sanità, ha annunciato il ministro della Salute Orazio Schillaci. Dentro ci saranno varie misure, inclusa una per evitare che i medici esagerino con esami e terapie.

Si avvicina l’intervento del governo Meloni per provare a ridurre le liste d’attesa nelle strutture sanitarie pubbliche. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ieri ha detto alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia che un decreto sarà presentato nei prossimi quindici giorni al Consiglio dei ministri. Le mosse dell’esecutivo dovrebbero agire su più aspetti diversi: c’è soprattutto la questione del vincolo di assunzione sui tetti di spesa, ma anche l’assunzione di più specializzandi (tema toccato anche con il decreto Pnrr) e una gestione più efficiente degli appuntamenti per le prestazioni sanitarie. In più, una parte del decreto dovrebbe essere dedicata ai medici che fanno troppe ricette per visite ed esami che in realtà non sono necessari.

Si tratta di un tema delicato, dato che non sempre è facile distinguere quali prestazioni sanitarie siano esagerate e quali siano in linea con la situazione del paziente. Le liste d’attesa, che spesso costringono a rinunciare alle cure, a volte sono intasate non solo per una carenza di fondi pubblici ma anche perché ci sono esami prescritti quando non ce ne sarebbe bisogno. La stima del governo è che si tratti del 20% delle ricette, ovvero una su cinque, e costerebbero fino a 10 miliardi di euro all’anno.

Sono quelle prescrizioni che, in gergo, si definiscono “inappropriate“. In alcuni casi si tratta di misure con cui i medici si tutelano a livello legale: per evitare denunce nel caso in cui al paziente succeda qualcosa, si prescrivono terapie ed esami in eccesso. Per compensare questo rischio, il governo ha prolungato lo scudo penale per i medici fino a fine anno, e l’intenzione del ministro Schillaci sarebbe quella di renderlo strutturale. Un’altra misura, invece, sarebbe quella di effettuare più controlli sulle ricette prescritte.

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Secondo quanto anticipato dal Sole 24 Ore, per i medici diventerebbe obbligatorio scrivere nella ricetta il quesito diagnostico, cioè il problema di salute specifico che spinge a fare quella prescrizione. Così, raccogliendo tutte le indicazioni mediche, si potrebbe avere un quadro più completo delle prestazioni che vengono assegnate ai pazienti. Risulterebbe anche più evidente quando un medico sta prescrivendo troppi esami per i pazienti che ha, e le amministrazioni regionali potrebbero decidere di intervenire direttamente per farsi spiegare questo eccesso.

Non ci sarebbero multe né sanzioni di altro tipo, però, per chi fa troppe ricette. Tuttavia, in passato in situazioni simili ci sono state delle condanne da parte della Corte dei conti, dato che di fatto (se si dimostra che le ricette erano del tutto inutili e il medico ne era consapevole) si tratta di uno spreco di soldi pubblici.

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