Cantare per condividere, per sentirsi meno soli, per raccontarsi. E farlo con quella forza, leggera e travolgente al tempo stesso, di cui solo gli adolescenti hanno la ricetta. È su queste note che nasce “I was only sixteen”, la nuova canzone dei ragazzi del Progetto Giovani dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT). Dopo il grande successo “Palle di Natale”, i ragazzi tornano a stupire con un progetto frutto della collaborazione con nomi di spicco del panorama musicale italiano e internazionale, tra cui Faso, bassista del gruppo Elio e le Storie Tese, e Tony Hadley, ex frontman degli Spandau Ballet e icona della musica pop a livello mondiale. Il brano è disponibile su tutte le piattaforme di streaming e il ricavato dei download digitali della canzone sarà devoluto in favore dell’Associazione Bianca Garavaglia (ABG), che dal 1987 sostiene l’attività clinica e la ricerca del reparto, e del Progetto Giovani.
“I was only sixteen”
“Avevo solo 16 anni quando mi dissero che dovevo andare, e non sei mai davvero pronto per un viaggio come quello”. Sono queste le prime parole del testo di I was only sixteen, una canzone che racconta la storia “di tutti gli adolescenti con tumore nel mondo – spiega Andrea Ferrari, ideatore e coordinatore del Progetto Giovani – Si tratta di una canzone struggente e poetica, scritta in inglese per portare i sogni di questi ragazzi ancora più lontano, a livello internazionale”. Il testo della canzone deriva dal progetto “Tratto da una storia vera”, il podcast realizzato dai ragazzi del Progetto Giovani nel 2021, con il coordinamento di Gianfelice Facchetti e anch’esso disponibile su Spotify. Una selezione di frasi scritte dai ragazzi è stata adattata da loro stessi e messa in musica da Faso, Stefano Signoroni, Giacomo Ruggeri e Tommaso Ruggeri. Tony Hadley ha poi prestato la sua voce, che si fonde a quella del coro composto dai giovani. Il brano parla della storia di chi, da un giorno all’altro, deve stravolgere la propria vita e affrontare un percorso inaspettato e difficile, fatto di paure, desideri, voglia di fuggire e, a volte, di incontri fortunati.
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Il Progetto Giovani
Parte integrante della Struttura Complessa di Pediatria Oncologica dell’INT, il Progetto Giovani è dedicato ai pazienti adolescenti malati di tumore e ha due obiettivi: uno clinico e uno indirizzato alla cura globale della vita dei ragazzi. È fondamentale, ricorda infatti Marco Votta, Presidente dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, “mantenere la loro individualità anche durante questo percorso”. La musica, insieme ad altre forme creative e artistiche (fotografia, moda, video, scrittura), ha un ruolo importante, offrendo ai ragazzi occasioni di condivisione e di leggerezza, ma soprattutto strumenti innovativi per raccontare le loro storie e confrontarsi con paure e speranze. In passato sono già stati sviluppati altri progetti, tra questi le canzoni “Palle di Natale” e “Sei tu l’estate”, il progetto fotografico “La ricerca della felicità”, il fumetto “Loop, indietro non si torna” e i video di “Tumorial”.
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I numeri dei tumori negli adolescenti
Ogni anno in Italia si ammalano di tumore 900 adolescenti tra i 15 e i 19 anni. Le probabilità di guarigione sono buone, globalmente superiori all’80%, ma è indispensabile che i pazienti riescano a ricevere le cure giuste, soprattutto in tempi e strutture adeguate: “Purtroppo questo non sempre accade”, spiega Maura Massimino, Direttore della Struttura Complessa Pediatria Oncologica dell’INT: “Dal punto di vista clinico, infatti, gli adolescenti sono in un certo senso in una terra di mezzo, con difficoltà di accesso alle cure di eccellenza e di arruolamento negli studi clinici”. Raccontare le storie di questi ragazzi, riprende Ferrari, è quindi fondamentale per accendere i riflettori sugli aspetti più complessi che caratterizzano il percorso di cura per questa fascia di età: “A parità di malattia – prosegue – un adolescente ha meno probabilità di guarire di un bambino. Per migliorare questa situazione occorrono progetti dedicati, come il nostro Progetto Giovani, ma anche progettualità nazionali e internazionali che definiscano approcci condivisi e istituzionali”.
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Chemio e desideri
“Con i nostri pazienti adolescenti – conclude Ferrari – volevamo raccontare il loro viaggio, da quando si prepara la valigia, svuotandola dei vestiti per andare a ballare e riempiendola di speranza, coraggio, determinazione e tanti pigiami, a quando ci si trova seduti su una sedia davanti ai medici e non si riesce a pensare ad altro se non alla voglia di scappare. Senza dimenticare le notti in compagnia del ‘bip bip’ della pompa della chemioterapia. C’è molta malinconia e c’è molto ospedale nel testo dei ragazzi, ma poi c’è anche la scoperta di amici che danno un grandissimo aiuto e sanno indicare la strada giusta, come i compagni di corsia, gli amici trovati qui nel Progetto Giovani. Alla fine, ecco la voglia di andare in bici sotto la pioggia, cantare fino a non avere più voce e ballare fino all’alba”.
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