Nonostante le difficoltà dell’economia tedesca negli ultimi anni, la Germania rimane per il settore dell’arredamento, e in particolare per quello dell’illuminazione, un mercato di sbocco fondamentale, secondo solo alla Francia (entrambi con un’incidenza attorno all’11% dell’export totale) per volumi e valori di prodotti italiani esportati, con 130 milioni di euro di acquisti dall’Italia tra gennaio e luglio del 2024 (+0,6% rispetto allo stesso periodo del 2023, secondo i dati del Centro studi di FederlegnoArredo) su un totale di 1,1 miliardi di export del settore nei primi sette mesi dell’anno (+0,7%).

Euroluce apripista nell’innovazione

Non è un caso dunque che proprio dalla Germania – nello specifico a Monaco di Baviera – abbia preso avvio il road show internazionale del Salone del Mobile di Milano per presentare agli operatori e alla stampa l’edizione 2025 della manifestazione, che il prossimo anno (dall’8 al 13 aprile) vedrà protagonista proprio l’illuminazione, con la biennale Euroluce.

E se due anni fa Euroluce aveva fatto da apripista per il nuovo format espositivo adottato dal Salone del Mobile, anche per il 2025 si presenta con importanti novità. Tra queste, il primo The Euroluce International Lighting Forum, il nuovo appuntamento biennale con un programma di conferenze, tavole rotonde e workshop dedicati ai temi della progettazione della luce, in programma il 10 e 11 aprile. Tra i protagonisti degli incontri, nomi come DRIFT, A.J. Weissbard e Marjan van Aubel.

Luce, un comparto da 2,4 miliardi di euro

«La nuova Euroluce si propone come la manifestazione che rappresenta tutte le anime della luce, quella decorativa, ma anche quella architetturale, in cui l’elemento del progetto assume un’importanza crescente», spiega Carlo Urbinati, presidente di Assoluce, l’associazione di FederlegnoArredo che rappresenta i produttori di apparecchi, soluzioni e sistemi di illumnazione, un comparto che in Italia conta circa 1.290 imprese, 10.700 lavoratori, per un fatturato che nel 2023 ha sfiorato i 2,4 miliardi, in calo del 3% rispetto al 2022 (dati del Centro studi Fla).

La decisione di dedicare uno spazio di riflessione e confronto sul futuro dell’illuminazione – dal punto di vista di chi la progetta, di chi la produce e di chi la vende o utilizza – è arrivata in risposta all’esigenza espressa dalla communià degli addetti ai lavori, precisa Urbinati, che necissitano di bussole in tempi di rapido cambiamento. «La luce non può più essere considerata solo una commodity, valutata in base alle prestazioni quantitative – aggiunge il presidente di Assoluce -. Ormai è ben chiaro che la buona luce contribuisce al benessere delle persone, perciò si rende necessaria una coscienza del progettista».

Condividere.
Exit mobile version