Dei quattro agenti feriti, due sono stati portati in ospedale e gli altri due medicati sul posto.

È l’ennesimo episodio che mette a nudo l’emergenza sul fronte carceri, dove il tasso medio effettivo di affollamento – secondo associazioni come Antigone – è almeno del 133%, raggiungendo in alcuni istituti il 150%.

I primi a protestare in queste ore, dopo quanto accaduto a Marassi, sono i sindacati della polizia penitenziaria: “Non aveva detto un famoso sottosegretario che grazie a lui le rivolte si sarebbero ridotte del 70%. E quelle di Rebbibbia due giorni fa e di Marassi oggi come le chiamiamo? Modeste e pacifiche espressioni di dissenso carcerario?”, attacca il segretario dell’Organizzazione sindacale di base della polizia penitenziaria (Osapp), Leo Beneduci.

Per il segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio, “tutto questo è il segno tangibile dello stato di degrado delle carceri. Con 16.000 detenuti oltre i posti disponibili, omicidi, suicidi, violenze di ogni tipo, stupri e molto altro ancora in carcere non c’è un ordine, inteso come ordinato svolgimento delle normali attività nell’alveo dell’ordinamento giuridico dello Stato, a cui potersi rivoltare, da qui l’impossibilità del reato.

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