Mia figlia, nata nel 1996, ha conseguito la laurea magistrale (5 anni) nel 2021 con assunzione immediata da inizio 2021 (prima del conseguimento del titolo) in azienda privata di servizi. Come genitori, insieme alla ragazza, ci poniamo il problema di quale potesse essere la soluzione migliore per integrare la pensione futura. In pratica: conviene riscattare gli anni di laurea? Quali sono i costi? Meglio destinare una quota del Tfr ad un fondo indicato dall’azienda oppure lasciare il trattamento di fine rapporto in azienda?
Mario Rossi
In assenza del riscatto di laurea, sua figlia raggiungerebbe il requisito contributivo di 20 anni, necessario per la pensione di vecchiaia, nel 2041. Tuttavia, ancora sarà lontana dal requisito anagrafico, che maturerà solo nel 2066 circa, tenendo conto degli adeguamenti legati alla speranza di vita.
Senza operare il riscatto, la pensione anticipata ordinaria, arriverebbe quasi contemporaneamente all’età di vecchiaia. Considerando il riscatto di laurea, sia ordinario sia agevolato, la pensione anticipata ordinaria potrebbe arrivare superando i 44 anni e 7 mesi di contributi decorrendo ipoteticamente nel 2061. Per riuscire a concedere questo anticipo però sua figlia dovrebbe non solo riscattare ma proseguire ininterrottamente a contribuire almeno fino a tale anno.
Va considerato anche che, senza alcun bisogno di riscatto, sua figlia potrebbe accedere alla pensione anticipata contributiva, che richiede 3 anni di età in meno circa della vecchiaia, 20 anni di contributi da adeguare a speranza di vita e un valore minimo di pensione che oscilla a seconda del numero dei figli e che oggi non è inferiore a circa 1400 euro lordi mensili (e che nel tempo si incrementerà). Tale requisiti previsionalmente potrebbero essere perfezionati attorno al 2064 circa.