Rilancio sulle rinnovabili per Bnz, produttore indipendente di energia (Ipp) con sede a Barcellona (Spagna) controllato dal fondo Europe Clean Energy Fund III di Nuveen Infrastructure e con impianti in Spagna, Portogallo e Italia. Il nostro Paese si conferma centrale nella strategia della società che, da operatore esclusivamente dedito al fotovoltaico si apre anche ad altre tecnologie: sistemi di accumulo a batteria in primis ed eolico. Il finanziamento con un pool di banche internazionali (tra cui Intesa) da 680 milioni di euro, di cui un terzo destinato all’italia, chiuso alla fine del 2024 ha dato l’accelerazione decisiva e ora Bnz è pronto ad annunciare nuovi progetti.

Crescita in Italia

«A livello globale abbiamo aumentato la pipeline da 1,5 a 2 GW. Una crescita che comprende anche l’Italia dove passiamo da progetti per 500 MW a 800 MW. Di questi nuovi 300 MW, il 70% sarà costituito da impianti di stoccaggio a batteria, mentre ci prepariamo a guardare all’eolico. Lo sviluppo dei sistemi di batteria avverrà nelle regioni dove stiamo già lavorando con gli impianti solari: Lazio, Puglia, Sicilia. Per l’eolico stiamo guardando alla Sicilia. In particolare, nel lungo termine, stiamo valutando progetti di ibridizzazione tra solare ed eolico, visto che vediamo impianti a vento vicino ai nostri parchi fotovoltaici. Abbiamo cominciato nel 2021 esclusivamente con il solare, ora diventiamo un produttore di rinnovabili multi-tecnologico», spiega Luis Selva, ad di Bnz.

L’investimento

Il manager fornisce anche un budget: «Stimiamo l’investimento complessivo per questi nuovi progetti da 300 MW in 200-250 milioni di euro, dipenderà dalle condizioni di mercato, nei prossimi 2-3 anni. Per quanto riguarda lo sviluppo delle batterie, stiamo lavorando a sistemi da sviluppare da zero accanto ai nostri impianti solari e siamo pronti a valutare progetti ready-to-build da acquisire, nelle regioni dove siamo già presenti e anche altrove in Italia. Ci aspettiamo che i primi impianti entrino in funzione l’anno prossimo».

Il 30 settembre partirà la prima asta del Macse (Mercato a termine degli stoccaggi), il sistema con cui Terna acquisisce capacità di accumulo per garantire stabilità ed equilibrio alla rete, che non ha uguali al momento negli altri Paesi. «Parteciperemo al Macse con una parte dei nostri progetti di batterie. Per un operatore come noi è un’opzione molto allettante: essendo uno strumento molto regolato, riesce a stabilizzare il business accanto alle normali attività commerciali, ai Ppa, all’offerta di servizi. Valuteremo la partecipazione anche alle aste del capacity market, sempre per quanto riguarda i sistemi di accumulo. Prenderemo parte alla prossima asta del Fer X per il solare e a ogni altra opportunità di questo tipo», sottolinea Silva.

Il mercato delle batterie

Perché entrare nel mercato dei sistemi di accumulo in questo momento? «È un settore destinato a crescere molto nei prossimi anni in tutta Europa per la capacità di combinarsi con le rinnovabili. E in questo l’Italia si conferma un Paese molto interessante. Qui abbiamo cominciato a valutare le batterie un anno e mezzo fa prima della normativa definitiva. Ora il Macse rappresenta l’avvio del mercato. L’assetto regolatorio rappresenta uno dei motivi per cui l’Italia è per noi un mercato attrattivo, insieme ai prezzi, che rimangono i più alti tra i Paesi europei, e insieme alla necessità di aumentare la capacità rinnovabile. L’Italia rappresenta il 40% del nostro business e nelle prossime settimane stabiliremo a Roma il nostro ufficio con due persone, mentre la sede legale resterà a Milano», racconta il ceo.

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