I ribelli Houthi dello Yemen hanno rivendicato alle prime ore di oggi la responsabilità del secondo attacco – dopo quello di domenica 16 marzo – alla portaerei USS Harry S Truman e alle navi da guerra che la accompagnano, nel Mar Rosso settentrionale. L’attacco, condotto con 18 missili balistici e da crociera, insieme a droni, è stato definenito una rappresaglia per gli ultimi attacchi statunitensi.
L’invito al dialogo della Cina
La Cina intanto invita “le parti al dialogo” e alla de-esclation definendo gli attacchi alla portaerei americana Truman un gesto di rappresaglia contro i raid effettuati dagli Stati Uniti. “La Cina si oppone ad azioni che possano inasprire le tensioni nel mar Rosso”, ha commentato sulla vicenda la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, sollecitando tutte le parti “al dialogo”. Le turbolenze mettono a rischio il trasporto commerciale marittimo in un’area strategica.
La rivendicazione del portavoce militare Houthi
Il portavoce militare degli Houthi, il generale di brigata Yahya Saree, ha dichiarato che “per la seconda volta in 24 ore” i combattenti houthi hanno lanciato missili e droni contro la USS Harry S. Truman e diverse sue navi da guerra nel Mar Rosso settentrionale. Il portavoce ha aggiunto che l’attacco è una risposta a più di 47 attacchi aerei statunitensi, ordinati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sulle aree controllate dai ribelli nello Yemen, tra cui la capitale Sanaa e la provincia di Saada, al confine con l’Arabia Saudita.
Sia Washington che gli Houthi hanno lanciato l’allarme: potrebbe verificarsi un’ulteriore escalation dopo gli attacchi aerei statunitensi, volti a dissuadere i ribelli dall’attaccare navi militari e commerciali in una delle rotte commerciali più trafficate del mondo.“Le forze armate yemenite non esiteranno a colpire tutte le navi da guerra americane nel Mar Rosso e nel Mar Arabico come rappresaglia per l’aggressione contro il nostro Paese”, ha dichiarato Saree.
Nella serata di ieri il ministero della Sanità che fa capo ai ribelli aveva aggiornato a 53 morti il bilancio degli attacchi statunitensi in Yemen. Tra loro, aveva specificato, cinque bambini e due donne. I feriti sono 98, aveva scritto il portavoce del ministero, Anis Al-Asbahi su X.