«Costruire una filiera dell’eolico in Italia non è semplice, è una sfida. Ci piacerebbe costruire un sito produttivo, riteniamo possa essere fatto. Abbiamo già sentito molte società italiane, anche di Stato, che potranno essere coinvolte nella costruzione. Il sogno è impiantare una fabbrica di turbine che potrebbe servire l’eolico offshore italiano e i progetti del piano Mattei». Così Riccardo Toto, direttore generale di Renexia, racconta i piani futuri dell’azienda di Chieti che opera nel settore delle rinnovabili (894 milioni di euro il valore della produzione nel 2023, con un Ebitda di 714 e un utile netto di 204 e 1.290 dipendenti), costituita nel 2011 all’interno del Gruppo Toto.

Seconda generazione della famiglia che gestisce anche i tratti autostradali di A24 e A25, Toto guida la virata verso l’energia pulita: «Le rinnovabili crescono all’interno del gruppo, rappresentano la maggioranza dei progetti », spiega. È una contaminazione: dalle colonnine di ricarica in autostrada, ai parchi solari per approvvigionare i cantieri. Per quanto riguarda il polo per le turbine «la decisione su dove produrre dovrà essere presa entro giugno 2025, vorremmo installare un impianto dimostrativo nell’area interessata. In questo momento siamo disponibili a detenere quote di minoranza, visto che il progetto lo deve sviluppare chi fa turbine. Anche il ministero delle Imprese e del Made in Italy è interessato direttamente: stiamo lavorando con loro per capire chi possa essere il soggetto italiano da far entrare nella società», specifica Toto.

L’ambiziosa prospettiva si inserisce all’interno di una robusta pipeline di parchi solari ed eolici, all’estero e in Italia. «Entro l’anno la controllata americana Us Wind avrà i permessi per costruire un impianto eolico offshore con fondazione fissa da 1,7 GW al largo del Maryland», racconta Toto che sottolinea come la capacità sia potenzialmente già coperta da incentivo, grazie alla partecipazione alle aste locali. Si tratta di un investimento «da 8 miliardi di dollari. E poi c’è l’impegno da 95 milioni per la filiera. Obiettivo: produrre il primo kWh entro il 2027-28, con un valore del fatturato a moneta costante una volta operativo di 1,5 miliardi di dollari l’anno». Non mancano interventi nell’eolico onshore nell’area Mediterranea, in Tunisia e Marocco: «Per quest’ultimo abbiamo ricevuto dall’ente che gestisce la rete una pre-notifica per un impianto da 100 MW», continua.

Nel nostro Paese, dopo la realizzazione e gestione del primo (e unico in Italia) parco eolico offshore (anzi, near-shore) da 30 MW a Taranto, lo sviluppo dell’onshore di Renexia conta su una pipeline da 400 MW a vari stadi autorizzativi. Mentre per il solare i progetti arrivano a 500 MW: «Ci concentriamo su aree non produttive e utilizziamo, in alcune regioni, la forma del Ppp (parternariato pubblico-privato, ndr)», spiega il Toto.

Med Wind, parco offshore da 2,7 GW a 80 km al largo di Mazara del Vallo, rimane il progetto più grande del Mediterraneo: entro luglio verrà presentato il Sia (Studio di impatto ambientale) propedeutico all’Autorizzazione unica, con operatività stimata nel 2027. L’impegno non è solo quello degli oltre 9,5 miliardi di euro d’investimento (con 2 miliardi l’anno di fatturato in operation), ma anche il dialogo con le associazioni e i pescatori locali. «Per loro è stato calcolato un impatto economico di 6 milioni annui. Abbiamo proposto al ministero dell’Agricoltura la possibilità di creare una fondazione in cui Med Wind (la società di scopo di cui Toto è presidente, ndr) andrebbe a versare questo importo per 30 anni. Purché la fondazione possa spendere i fondi nella rimotorizzazione dei pescherecci, nello sviluppo del riciclo della plastica, con ricompattatori a bordo e centri a Mazara e Trapani, nell’elettrificazione del porto, nella possibilità per le barche, nel periodo di fermo pesca, di essere di supporto alle attività di manutenzione dell’impianto».

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