Gli smart glasses sono un accessorio digitale che sta cambiando la nostra quotidianità? Non ancora. O perlomeno, lo sono per una frangia di appassionati tech abbastanza limitata. Dal fallimento dei primi Google Glass (annunciati oltre dieci anni fa), la situazione oggi è cambiata e la domanda per questa tipologia di gadget indossabili sembra aver raggiunto un livello di maturità tale da accogliere con favore la nuova generazione di occhiali intelligenti. A dare impulso alla “rivoluzione” vi sono prodotti come i Ray-Ban Meta, nati grazie alla collaborazione tra Meta e EssilorLuxottica: nel 2024 ne sono stati venduti più di un milione in tutto il mondo e molti indizi lasciano pensare che le consegne entro fine anno possano più che raddoppiare. Cosa rende questi oggetti così popolari? La combinazione di più fattori: il profilo familiare che ricorda l’aspetto tradizionale degli occhiali da sole e funzionalità quali fotocamera, microfono, lenti trasparenti con filtro per proteggere gli occhi durante le videochiamate e (ma qui siamo agli inizi) anche un assistente vocale integrato che risponde alle domande o traduce nel corso di una conversazione le frasi pronunciate in una lingua sconosciuta. Eppoi, come conferma una recente indagine del portale di comparazione Trovaprezzi.it, il fattore prezzi. I costi a listino di tutti e quattro i modelli principali dei Ray-Ban Meta hanno registrato ribassi significativi rispetto al prezzo di lancio (quello del modello Wayfarer Lucido nero, per esempio, è sceso di circa l’11% in 18 mesi, per arrivare a giugno a 264 euro), avvalorando i vantaggi dei sistemi di dynamic pricing. Cosa ci dicono queste cifre? Che questi “device” non stanno più incuriosendo solo gli appassionati di tecnologia, ma si candidano ad alternativa concreta per gli occhiali comuni o per accessori tech come auricolari e action cam, sfruttando per l’appunto la loro versatilità d’uso e aprendo un nuovo fronte della battaglia fra BigTech americane e colossi tech asiatici.
Display integrati e l’AI per fare tutto
Mark Zuckerberg, il Ceo di Meta, è convinto che gli occhiali potenziati dall’intelligenza artificiale diventeranno in tempi relativamente brevi il nostro principale strumento di comunicazione e interazione digitale, a scapito dello smartphone. Se, come dice il fondatore di Facebook, per questo processo di transizione occorrerà almeno un decennio, la sua azienda è quanto mai impegnata sulle prossime evoluzioni degli occhiali smart a proprio marchio. La prima “new entry” è legata ancora al sodalizio con EssilorLuxottica e riguarda gli Oakley Meta, occhiali pensati specificatamente per chi fa attività sportiva, mentre la seconda guarda ancora più avanti. Aria Gen 2 è un occhiale intelligente sperimentale che promette di compiere un passo avanti per l’AI che insegna alle macchine a interagire direttamente con il contesto: grazie a videocamere, sensori di movimento, Gps e microfoni, in altre parole, questi dispositivi raccolgono dati ambientali rispetto a cosa fa e percepisce la persona che li indossa per facilitare la progettazione di nuovi assistenti digitali in grado di interagire perfettamente con gli umani. Più nebulosi, invece, gli orizzonti che al momento avvolgono l’ultima creatura di Meta, gli Hypernova, che dovrebbero integrare un piccolo schermo nella lente, tramite il quale visualizzare notifiche e indicazioni stradali e operare con delle vere e proprie applicazioni. Il 2027 dovrebbe essere invece l’anno degli “Hypernova 2” con doppio display e in questo futuro per il momento solo immaginabile cerca spazio anche Google con la piattaforma Android XR, di cui ora si conosce il nome in codice interno (“Martha”) e il design dell’app per la gestione degli occhiali, con le sue opzioni per le notifiche e le impostazioni, una funzione per registrare ciò che l’utente vede e strumenti per fornire feedback o segnalare problemi. E che dire, infine, delle grandi rivali Samsung ed Apple? La prima, stando alle ultime indiscrezioni, dovrebbe annunciare i suoi primi occhiali smart con chip Qualcomm Snapdragon AR1 Gen 1 (lo stesso presente nei Ray-Ban di Meta) e Google Gemini entro la fine del terzo trimestre; l’intelligenza artificiale di BigG verrà sfruttata per il riconoscimento delle persone e delle gesture, la scansione dei codici QR e i pagamenti. La casa della Mela, secondo altri rumors, dovrebbe togliere i veli ai primi Apple Glass con controllo vocale, fotocamera e sensori ambientali basati su AI nel 2027, mentre per modelli per l’Extended Reality con display integrato e basati su tecnologia Liquid Crystal on Silicon si andrà all’anno successivo. Una nuova frontiera, intanto, è stata già raggiunta: Alipay+ e Meizu hanno infatti completato a Hong Kong il primo pagamento al mondo tramite un wallet elettronico direttamente da un occhiale intelligente (gli StarV Snap del produttore cinese), sfruttando tecnologie di riconoscimento vocale e la scansione di QR code. Il tutto, manco a dirlo, senza bisogno di smartphone.