A novembre 2024 l’occupazione cala di 13mila unità, mentre i disoccupati diminuiscono e gli inattivi aumentano. Secondo i nuovi dati Istat, giovani e contratti a termine sempre più in difficoltà, segnali di ripresa per donne e over 35.

L’Istat ha pubblicato oggi, 7 gennaio 2025, la nota mensile sull’andamento dell’occupazione in Italia a novembre 2024. Il quadro del mercato del lavoro italiano si presenta in chiaroscuro, con dinamiche che riflettono una realtà complessa e diversificata: rispetto al mese precedente, si registra un lieve calo del numero degli occupati e dei disoccupati, accompagnato da un aumento degli inattivi. I nuovi dati Istat fotografano una situazione di transizione, con segnali di recupero per alcune categorie e difficoltà persistenti per altre, in particolare per i giovani e per i lavoratori precari.

Giovani under 25 sempre più disoccupati

L’occupazione ha subito una contrazione dello 0,1%, equivalente a 13mila unità in meno, con una riduzione più marcata tra gli uomini, i giovani tra i 15 e i 34 anni e i lavoratori a termine. In controtendenza, crescono invece le donne occupate, i dipendenti con contratti permanenti e le persone con più di 35 anni, mentre la situazione resta stabile per i lavoratori autonomi. Nonostante il calo, il tasso di occupazione si mantiene invariato al 62,4%.

Parallelamente, il numero di persone in cerca di lavoro scende dell’1,6%, con una diminuzione più netta tra le donne e i lavoratori tra i 25 e i 49 anni, a fronte di un lieve aumento tra gli uomini e nelle altre fasce di età. Questa flessione porta il tasso di disoccupazione generale al 5,7%, in calo di 0,1 punti percentuali. Tra gli under 25 si è verificato tuttavia un incremento, portando il tasso di disoccupazione giovanile al 19,2%, in aumento, quindi, di 1,4 punti.

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Aumento degli inattivi e confronto trimestrale

Sul fronte degli inattivi, si registra un incremento dello 0,2%, pari a 23mila persone in più, trainato soprattutto dagli uomini e dai giovani sotto i 35 anni, un risultato che ha determinato un aumento del tasso di inattività, che si attesta al 33,7%. Osservando il trimestre settembre-novembre 2024, si evidenzia poi una leggera crescita dell’occupazione (+0,2%, pari a 49mila unità in più) rispetto ai tre mesi precedenti. Tuttavia, questo aumento è accompagnato da un significativo calo delle persone in cerca di lavoro (-8,4%), pari a 136mila unità, e da una crescita degli inattivi con un aumento dello 0,9%, pari a 115mila persone.

Confronto annuo: occupazione in crescita, ma non per i giovani

Rispetto allo stesso mese del 2023, il numero degli occupati è cresciuto dell’1,4%, con un incremento di 328mila unità che ha interessato uomini, donne e lavoratori con più di 35 anni, mentre per i giovani sotto i 35 si registra un calo. Il tasso di occupazione su base annua è salito di 0,5 punti percentuali. Contestualmente, il numero di persone in cerca di lavoro è diminuito del 23,9%, con 459mila unità in meno, mentre gli inattivi tra i 15 e i 64 anni sono aumentati del 2,6%, pari a 323mila unità.

Differenze di genere: donne in ripresa

Le dinamiche variano anche in base al genere. Tra le donne, a novembre 2024, cresce il tasso di occupazione (+0,1 punti) e diminuisce quello di disoccupazione (-0,2 punti), mentre il tasso di inattività rimane stabile. Per gli uomini, invece, il tasso di occupazione cala (-0,2 punti), il tasso di inattività aumenta (+0,1 punti) e quello di disoccupazione resta invariato. Su base annua, sia uomini che donne registrano un aumento del tasso di occupazione (+0,3 punti per gli uomini e +0,7 per le donne), una diminuzione della disoccupazione (-1,2 punti per gli uomini e -2,5 per le donne) e una crescita del tasso di inattività (+0,7 punti per gli uomini e +0,8 per le donne).

Lavoro a termine in calo, crescita degli autonomi e dei contratti permanenti

A novembre 2024, il calo degli occupati è stato guidato dalla contrazione dei lavoratori a termine (-1,4%), mentre i dipendenti permanenti hanno registrato una crescita dello 0,2% e gli autonomi sono rimasti stabili. Su base annua, l’occupazione è aumentata sia tra i dipendenti permanenti (+3,2%) che tra gli autonomi (+2,1%), mentre si è ridotta tra i lavoratori a termine (-9,6%).

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