Nel 2023 680mila under 19 hanno fatto uso di droghe. Il sottosegretario Mantovano insiste sulla responsabilità delle famiglie e sulla “corretta informazione”. Ma dalla relazione annuale al Parlamento emerge che a livello nazionale, i servizi di assistenza per chi è affetto da tossicodipendenze sono meno di 1 ogni 100.000 residenti.

Nell’ultimo anno 680mila ragazzi tra i 15 e i 19 anni hanno fatto uso di droghe, quasi un milione ha dichiarato di averle assunte almeno una volta nella vita. Si tratta di quattro studenti su dieci. A riportarlo è la relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2024.

L’abuso di sostanze stupefacenti da parte dei più giovani riguarda principalmente cannabis (circa 550mila), ma dal rapporto emerge un trend in crescita nel consumo di cocaina. Nell’ultimo anno il numero di giovani che l’ha assunta, circa 54mila, è salito raggiungendo il 2,1%, rispetto all’1,8% del 2022.

“Sono anni, se non decenni, in cui incidenti stradali dalla causale non spiegabile sulla base di ciò che connota ordinariamente gli incidenti, omicidi o atti di estrema violenza cui si arriva per la totale assenza di freni inibitori, hanno un solo filo conduttore che è l’assunzione di sostanze stupefacenti”, ha dichiarato Alfredo Mantovano nel corso della conferenza stampa di Palazzo Chigi.

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Secondo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio sarebbero tre gli elementi all’origine di tale fenomeno: “la diffusione pandemica delle sostanze stupefacenti; l’abbassamento dell’età del primo approccio e del conseguente uso abituale; l’incremento del principio attivo e dell’effetto drogante. Il tutto dipende dalla scarsa consapevolezza diffusa di quanto fa male qualsiasi tipo di droga”, compresa la “cannabis, quello stupefacente che continua erroneamente e in modo antiscientifico ad essere considerato leggero”, ha spiegato.

Mantovano ha poi insistito sulla responsabilità delle famiglie. “Due quinti dei genitori, relativamente al consumo di sostanze cannabinoidi, hanno un atteggiamento di tolleranza e la metà ritiene che il consumo di alcol e cannabinoidi debba essere contestualizzato prima di essere giudicato”, ha dichiarato “Questo significa che bisogna lavorare molto sulla consapevolezza”. Per il sottosegretario, “il cambio di passo ci sarà quando un po’ tutti riterremo di mettere da parte quei pregiudizi ideologici post-sessantottini secondo cui tutto sommato tutto si può fare. E invece i risultati ci dicono che non è così. Più che concentrarsi sulle percentuali, sui grammi, forse ci si dovrebbe concentrare sulla nozione corretta di libertà, perché da lì inizia”, ha ribadito.

Per contrastare il fenomeno delle tossicodipendenze, il governo Meloni intende puntare soprattutto a “una corretta informazione“, ha aggiunto il sottosegretario, precisando che “è già in corso una campagna sulla Rai composta da spot di un minuto”. Quel che emerge dalla relazione però, è soprattuto la carenza dei servizi che si occupano di fornire assistenza a chi è tossicodipendente.

A livello nazionale, l’offerta di questi servizi è inferiore a 1 servizio ogni 100.000 residenti di 15-64 anni ed è presente principalmente nelle regioni centro-setten- trionali. Se a livello nazionale il tasso è 0,6, nelle regioni meridionali si attesta allo 0,2.”, si legge nel rapporto.

Magi: “I dati del governo dimostrano fallimento del proibizionismo”

Nel corso della conferenza stampa, il sottosegretario ha sottolineato che dal 2016 al 2023 la percentuale media di principio attivo nei prodotti a base di resina, come l’hashish, è quasi quadruplicata passando da 7,4% a 29%. Per Riccardo Magi “questo è il risultato del proibizionismo, cioè del mercato illegale della cannabis che questo governo difende a spada tratta invece che legalizzare e regolamentare”.

I dati presentati da Mantovano “sono l’ammissione che la guerra alla droga ha fallito, che i più giovani continuano sempre di più a fare uso di sostanze, che le sostanze sono sempre più pericolose, che nei Sera vanno sempre più persone”, ha aggiunto il segretario di +Europa. “Quello che è antiscientifico non è chiamare droga leggera la cannabis, ma continuare con il proibizionismo perché l’ipocrisia è che loro vorrebbero lasciare tutto come è ora, mentre noi chiediamo un cambio di paradigma a partire dalla legalizzazione della cannabis”.

“Proprio ieri – continua Magi – abbiamo presentato con le associazioni il Libro Bianco sulle droghe, da cui si emerge che i reati legati alla droga sono la principale causa del sovraffollamento carcerario. Di fronte a tutto questo, Nordio chiude gli occhi e fa spallucce, mentre approva il decreto Caivano che va a colpire i reati di lieve entità legati alla cannabis e il ddl sicurezza, che va addirittura a colpire la cannabis light. Una ossessione repressiva e punitiva di governo e maggioranza che aggrava la situazione sotto tutti i punti di vista”, ha aggiunto.

Intanto questa mattina, i Radicali Italiani hanno piantato davanti al ministero dell’Istruzione e del Merito, una piantina di cannabis per chiedere un’adeguata informazione sugli effetti della sostanza.”Il consumo di cannabis tra gli adolescenti è diffusissimo. Non sono certo gli spot propagandistici e fumosi del ministero a fare da deterrente. I giovani meritano un’informazione corretta, chiara, scientifica. Serve una formazione continua nelle scuole, realizzata da medici e psicologi, e non dalle forze dell’ordine” , ha riferito il tesoriere Filippo Blengino.

Serve legalizzare per togliere i ragazzi agli spacciatori, serve legalizzare per liberare i tribunali e le forze dell’ordine, serve legalizzare per avere una maggiore qualità e sicurezza della sostanza. Tutto il resto è la solita propaganda che, probabilmente, i ragazzi osservano fumandosi una ‘canna’, sicuramente di pessima qualità”, ha concluso.

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