Si va verso la proroga di 3 mesi, al 30 giugno 2025, dell’obbligo per le imprese di sottoscrivere una polizza assicurativa contro le calamità naturali, obbligo introdotto con la legge di bilancio per il 2024. Attualmente la scadenza è al 31 marzo: l’ipotesi è che al Consiglio dei ministri di venerdì 28 marzo il tema venga affrontato.
Molte le voci che si sono levate a chiedere uno slittamento del termine. Confcommercio – imprese per l’Italia aveva rinnovato la richiesta di una adeguata proroga, di un termine oggettivamente incompatibile con l’assolvimento dell’obbligo da parte di quasi quattro milioni di imprese – piccole, medie e grandi – sulla scorta di un regolamento attuativo emanato appena lo scorso 27 febbraio e «senza che sia stato ancora attivato il portale Ivass – Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni – per la comparabilità delle offerte assicurative in materia». In una nota di Confcommercio si legge: «Le imprese devono potere procedere a scelte informate e consapevoli, avendo modo di valutare con attenzione conformità e costi delle polizze disponibili sul mercato. Il governo intervenga».
Confesercenti «milioni di imprese nell’incertezza»
«È assolutamente necessario rinviarlo per sbloccare la situazione di incertezza in cui si trovano in questo momento milioni di imprese», avverte Confesercenti: «Chiediamo al Governo di chiarire se c’è la volontà politica di accordare una proroga, visto che l’emendamento al decreto Bollette che avrebbe dovuto spostare più in là il termine è per ora saltato e non sono state presentate alternative». «Bisogna agire in fretta: come abbiamo già evidenziato, la questione delle polizze catastrofali è stata viziata da ritardi e da mancanza di chiarezza, trasformandosi in una corsa contro il tempo insostenibile per le imprese. Questo scenario colpisce particolarmente le attività del commercio, del turismo e dei servizi, molte delle quali operano in immobili in affitto. La normativa vigente impone infatti che tutte le imprese, siano esse proprietarie o locatarie, assicurino l’immobile contro le catastrofi, garantendo il valore di ricostruzione dello stesso.
Gli imprenditori che non si assicurano perdono accesso al credito
«In Italia – prosegue confesercenti – ci sono circa 2,8 milioni di immobili ad uso turistico, commerciale e di laboratorio, più della metà dei quali sono dati in affitto. Gli oltre 1,5 milioni di conduttori di questi immobili devono dunque confrontarsi con i proprietari per accertare le caratteristiche costruttive e verificare l’esistenza di coperture assicurative preesistenti. Per questo è cruciale che sia concesso il tempo necessario per adeguare i contratti esistenti, considerando gli oneri e i costi che ricadono sui conduttori, ma di cui beneficia il proprietario dell’immobile». «Sebbene la normativa non preveda sanzioni dirette per la mancata adesione, gli imprenditori che optano per non assicurarsi – rileva ancora Confesercenti – perdono accesso al credito, non possono partecipare a bandi di finanziamento e, in caso di catastrofe, non ricevono alcun tipo di contributo. Inoltre, gli amministratori che non rispettano l’obbligo rischiano azioni legali per responsabilità relative ai danni subiti durante le catastrofi. È fondamentale, dunque, che le imprese siano correttamente informate e formate, e abbiano il tempo necessario per valutare le offerte di polizze conformi presenti sul mercato e i relativi costi».