Quella passata è stata la prima notte passata in carcere da Nicolas Sarkozy, ex presidente della Repubblica francese condannato a una pena di cinque anni per associazione a delinquere in relazione al finanziamento della sua campagna elettorale del 2007: a “Super Sarkò” è stata assegnata una cella di 11 metri quadri nella sezione di isolamento perchè il carcere parigino della Santé – situato nella parte orientale del quartiere di Montparnasse nel XIV arrondissement di Parigi – non ha altri mezzi per garantire la sua sicurezza. Sarkozy, noto per la sua posizione dura nei confronti della criminalità, è infatti un detenuto a rischio. 

A sottolineare l’eccezionalità del detenuto è la protezione speciale 24 ore su 24, 7 giorni su 7, che caratterizzerà la sua vita dietro le sbarre, protezione garantita da due agenti di polizia fin dal suo ingresso nel penitenziario, che verrà assicurata “finché necessario, finché lo riterremo utile”, ha spiegato questa mattina il ministro dell’Interno francese Laurent Nuñez, intervenendo a CNews e Europe 1.

Scorta confermata per status e minacce ricevute

 “L’ex Presidente della Repubblica dispone di un sistema di protezione, dato il suo status e le minacce a cui è esposto”, ha spiegato l’ex capo della polizia di Parigi, ricordando che Sarkozy – che ha presentato ricorso contro la sua condanna e si dichiara innocente – era già protetto da due agenti di polizia prima dell’ingresso in carcere. “Questo sistema è stato mantenuto durante la sua detenzione”, ha aggiunto Laurent Nuñez. “L’ex Presidente della Repubblica è sotto protezione permanente. È ovviamente un cittadino come tutti gli altri, ma ci sono minacce leggermente più significative che gravano sull’ex Presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy”, ha sottolineato.

 I due agenti di polizia presidiano da vicino la cella dell’ex capo di Stato, e accompagnano gli agenti penitenziari quando Sarkozy esce dalla sua cella, ad esempio per fare una passeggiata, andare in palestra, in biblioteca o per consultare un medico, anche se teoricamente non è previsto che Sarkozy incontri altri detenuti. La decisione avrebbe sorpreso il personale penitenziario, apprende Bfmtv. “È una decisione del ministro dell’Interno. Sono responsabile della sicurezza degli alti funzionari e, ovviamente, lavoro in stretta collaborazione con il ministro della Giustizia, poiché tutto questo avviene in un ambiente carcerario. È una decisione volta a garantire la loro sicurezza, oltre a tutto il resto attuato dall’amministrazione penitenziaria”, ha concluso il ministro dell’Interno.

Due libri e una sciarpa corta

Nella piccola cella di appena undici metri quadri Nicolas Sarkozy ha portato tre libri: i primi due volumi del Conte di Montecristo e una biografia di Gesù. Il capolavoro della letteratura francese firmato Alexandre Dumas, narra la storia di Edmond Dantès, un giovane marinaio onesto e promettente, ingiustamente accusato e imprigionato nel Castello d’If, al largo di Marsiglia, da cui fuggirà in modo rocambolesco per poi vendicarsi dei suoi traditori. “Attendere e sperare!”, questa la morale del libro, racchiusa nell’ultimo pagina e che calza con l’ex inquilino dell’Eliseo, la cui vita – sono le parole da lui rilasciate al Figaro poco prima dell’incarcerazione – è come “un romanzo”. Già in passato, dicendosi vittima dei giudici, Sarkozy si era definito “un Edmond Dantès alla decima potenza!”. Quanto al secondo volume, si tratta di un approccio rigoroso e documentato alla vita di Cristo.

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