L’uomo di 55 anni deceduto a Trevignano era da poco tornato da un viaggio in Congo, dove da alcuni mesi una malattia misteriosa non ancora identifica ha causato più di 140 morti. Anche se il Ministero della Sanità congolese abbia comunicato di aver scoperto che si tratterebbe di una forma grave di malaria, l’Oms non si è ancora esposta con risposte certe, parché sarebbero le analisi di laboratorio sarebbero ancora in corso. Cosa sappiamo.

La notizia della morte di uomo di 55 anni di Trevignano, in provincia di Treviso, da poco tornato in Italia da un viaggio nella Repubblica Democratica del Congo ha riacceso la preoccupazione per i possibili esiti della malattia misteriosa, segnalata nel Paese africano a inizio dicembre. Si sospetta infatti – come spiega il Servizio Igiene Sanità Pubblica dell’Azienda Ulss 2 Marca trevigiana – un possibile collegamento tra la febbre emorragica che aveva colpito l’uomo e la malattia che negli ultimi mesi ha ucciso più di 140 persone nella regione sanitaria di Panzi, nella provincia sud-occidentale di Kinshasa.

Si tratta del primo decesso sospetto in Italia, dopo altri due casi, uno ricoverato a Lucca e l’altro a Cosenza, di persone di ritorno dal Congo con sintomi simili a quelli causati dalla malattia misteriosa. Entrambi – come hanno specificato il Ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità (Iss) – sono guariti e sono stati dimessi. Sulla natura della misteriosa malattia però ancora non ci sono notizie certe, sebbene il Ministero della Salute del Congo abbia comunicato di aver finalmente identificato l’origine della malattia: si tratterebbe infatti una grave forma di malaria. Ma l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha ribadito che i test di laboratorio sono ancora in corso.

Cos’è la malattia misteriosa del Congo

Finora sappiamo che causa sintomi simili a quelli di una sindrome influenzale, come come febbre, mal di testa, dolori muscolari e tosse, spesso accompagnata da anemia. Tuttavia, come ha spiegato a Fanpage.it il Prof. Giovanni Rezza, quest’ultima componente non è così indicativa, in quanto “l’anemia in Africa è abbastanza frequente”, quindi è difficile stabilirne con certezza l’origine.  Dalle prime diagnosi – aveva spiegato il dottor Jean Kaseya, direttore dei Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie – sembrava trattarsi di una malattia respiratoria.

Cosa sappiamo sulla malattia misteriosa in Congo: il prof. Rezza spiega sintomi e possibili rischi

Perché si parla di malaria

In base a quanto riferito dal Ministero della Sanità congolese il mistero sarebbe “finalmente risolto”. La malattia altro non sarebbe che “un caso di malaria grave, sotto forma di malattia respiratoria”, rispetto alla quale la popolazione locale sarebbe particolarmente vulnerabile a causa della diffusione malnutrizione presente nella regione. Finora si contano infatti 592 casi e più di 140 decessi, con un tasso di mortalità stimato del 6,2%.

Anche il direttore generale dell’Istituto nazionale per la ricerca biomedica di Kinshasa, Jean-Jacques Muyembe, ha dichiarato all’Associated Press che “è molto probabile che sia la malaria perché la maggior parte delle vittime sono bambini”, ha aggiunto. Difatti circa la metà delle persone ufficialmente contagiati sarebbe composta da bambini con meno di cinque anni.

Difatti in Africa la malaria è ancora molto diffusa – vi lasciamo qui un approfondimento sulle cause e le diverse forme -, basti pensare che secondo il World Malaria Report 2020 dell’Oms in soli cinque Paesi si concentra il 51% dei casi: tra questi – oltre a Nigeria (27%), Uganda (5%), Mozambico (4%) e Niger (3%) – c’è anche la Repubblica Democratica del Congo, con il 12% dei casi globali.

Cosa ha dell’Oms sulla possibile origine della malattia

Sulle dichiarazioni del Ministero della Salute vanno però fatte alcune precisazioni. Se è vero che la settimana scorsa, lo stesso direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, aveva detto che in base alle analisi, dieci dei 12 campioni iniziali prelevati dalle prime vittime erano risultati positive anche alla malaria, è importante anche specificare che l’Oms per il momento non ha ancora confermato la tesi del Ministero congolese.

Un team degli esperti dell’Oms sono infatti a Ponzi, dove stanno lavorando per analizzare i campioni e scoprire l’effettiva origine della malattia. Come ha spiegato Rezza a Fanpage.it i tempi possono essere infatti piuttosto lunghi: “Se si tratta di un virus (più probabilmente) o di un batterio noto, allora nel giro di ore magari riusciamo a scoprire di cosa si tratta. Se invece l’agente non viene identificato, allora sarà più lunga”.

Ancora analisi in corso

Difatti l’Oms ha spiegato di essere ancora alla ricerca della causa certa di questa malattia. Un referente del gruppo di esperti a Kinshasa ha spiegato a Usa Today che i primi campioni non erano perfettamente idonei alle analisi di laboratorio, motivo per cui ne sta raccogliendo e analizzando altri. L’obiettivo è identificare l’agente o il mix di agenti patogeni all’origine della malattia. Gli esperti credono che tra i candidati più accreditati sono un virus influenzale, un coronavirus e il virus del morbillo. Inoltre gli esperti devono ancora appurare come si trasmette l’agente patogeno e se è possibile la trasmissione da uomo a uomo.

In attesa di risposte certe e confermate da più enti, resta un fatto che sull’elevato numero di decessi registrato nella regione del Congo – la maggior parte erano ragazzi tra i 15 e i 18 anni – pesano anche le difficili condizioni sanitarie, la scarsa disponibilità di medicinali e la diffusa malnutrizione. Anche l’Oms ha spiegato che, in base alle prime analisi, “tutti coloro che si sono ammalati gravemente sono anche in condizioni di grave malnutrizione, che indebolisce il sistema immunitario”.

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