I parlamentari invece invitano le Casse a non fare errori sulla componente dei costi degli Oicr (fondi e Sicav): «Le Casse hanno la possibilità, o meglio il dovere, di sottoscrivere le classi (di Oicr, ndr) caratterizzate da strutture commissionali meno onerose». Un fatto che dovrebbe essere abbastanza scontato visto che le Casse sono investitori istituzionali. A quanto pare non è così.

Redditività e costi

Alla fine la commissione Bagnai, ragionando a livello di sistema Casse, si chiede dov’è andata a finire la redditività del patrimonio accumulato nel periodo 2019-2023. E se lo chiede partendo da un dato: 21,89 miliardi di euro che è la somma dei saldi previdenziali e assistenziali; i primi sono la differenza fra contributi versati e pensioni (uscite); il saldo assistenziale è invece la differenza fra entrate e uscite appunto sul versante assistenza.

CASSE: L’AUMENTO DEGLI ATTIVI DAL 2019 AL 2023

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L’iscritto a una delle Casse si chiederà giustamente quanto ha reso allora il patrimonio accumulato: i risultati di esercizio del sistema Casse ammontano a 21,92 miliardi, cifra simile ai saldi. Alla luce di questi dati, la risposta che dà la Commissione di vigilanza non è molto rassicurante: la redditività infatti viene «sostanzialmente assorbita dai costi necessari al funzionamento delle stesse Casse (personale, strutture, organi di vertice, advisor, intermediari, attività di marketing/comunicazione, spese di funzionamento)». Quello che si ricava dagli investimenti serve dunque a spesare le strutture.

Compensi e conflitti

A tal proposito, i parlamentari, nelle conclusioni all’indagine, sollevano molti interrogativi sui «possibili conflitti di interesse». In particolare, sui «compensi (gettoni di presenza) percepiti dai soggetti (frequentemente i componenti del Consiglio delegati/Cda) indicati dagli Enti per la partecipazione negli Advisory board/Comitati consultivi degli Oicr alternativi». Chissà cosa ne pensano gli iscritti alle Casse.

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