“La transizione demografica è per il nostro paese una delle sfide principali,  sta cambiando non solo la dimensione delle cosiddette coorti generazionali, cioè il numero di giovani, anziani, e adulti che lavorano ma si stanno evidenziando degli effetti sia nel mondo lavorativo oggi e in prospettiva un rischio altissimo di non sostenibilità dei conti pubblici” e per questo “per la prima volta il Parlamento italiano si è dotato di una commissione parlamentare al fine di fare questa analisi e indicare possibili strategie di intervento”.   A presiedere la “Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto” è Elena Bonetti, deputata e presidente di Azione.

“Ci sono delle esigenze che già oggi sono in essere, per esempio la mancanza di manodopera e manodopera qualificata – spiega Bonetti parlando del lavoro svolto dalla Commissione che presiede dal febbraio scorso – pensiamo al mondo dell’industria, dell’artigianato, della sanità e anche della scuola. Ma le politiche demografiche devono saper dare una risposta all’esigenza dell’oggi ma anche avere una strategia di medio e lungo termine, questo riguarda le politiche del lavoro, le politiche delle pensioni, e riguarda gli investimenti.  Poi ci sono politiche che devono essere messe in campo e considerate oggi, penso a quelle immigratorie, per rispondere a esigenze del mondo del lavoro, abbiamo avuto anche da Confindustria, in audizione, l’evidenza di tali necessità: in quale modo fare entrare la popolazione straniera con competenze qualificate, per essere impiegate nelle nostre imprese e favorire processi di integrazione e qualificazione”. 

E un altro grande tema che riguarda l’oggi e che ha uno sviluppo futuro, riguarda i giovani.

“Tantissimi giovani – osserva Bonetti – vanno all’estero, soprattutto la popolazione giovanile più qualificata. Questo già oggi per noi è un danno ma avrà un riverbero dannosissimo in futuro, perciò le politiche per mantenere il nostro paese attrattivo hanno un effetto oggi ma devono disegnarsi anche in una prospettiva di tempo futuro”.

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