Più chance con Eltif ma ai piccoli investitori il rischio va spiegato molto bene

Per i piccoli investitori si ampliano le possibilità di diversificare il proprio portafoglio nei private market con l’arrivo degli Eltif 2.0 (fondi di investimento europei a lungo termine) proposti da intermediari tradizionali e nuovi operatori.

Questa nuova versione rende più flessibile l’investimento (soglie minime di ingresso inferiori, più tipi di asset e fondi “semi-liquidi). La promessa è una diversificazione su asset decorrelati e rendimenti elevati. Fino a oggi sono stati appannaggio esclusivo degli istituzionali e anche tra la clientela di fascia alta alla quale sono proposti (Eltif 1.0 e altri Fia) non superano l’1% dei portafogli. Perché? Illiquidità, volatilità, complessità e una rischiosità non alla portata di tutti remano contro. Già nel 2019 con Demos 1, un Fia chiuso non riservato, Azimut è stata la prima società in Europa a consentire ai piccoli risparmiatori di investire in questo mercato (soglie da 5 mila euro) e ancora oggi mantiene un primato con oltre 20 prodotti e un ammontare investito intorno al miliardo. Ma non tutti la pensano così.

Contrari

Tra chi è contrario all’estensione alla clientela retail c’è il gruppo Bmp. «Sul mondo Banca Aletti abbiamo sempre preferito lanciare soluzioni Eltif e, da quest’anno, gli Eltif Evergreen caratterizzati da una maggior liquidità – spiega Roberto Arosio, responsabile investimenti e wealth management di Banca Aletti -. Per i clienti con grandi disponibilità (Hnwi o Uhnwi) abbiamo anche Fia e fondi Alternativi. Sul mondo retail l’esperienza evidenzia la necessità di investimenti notevoli, in termini di formazione e informazione, per far comprendere al meglio questi strumenti sia in fase di vendita, sia post-vendita; inoltre il target market retail, considerando livelli di esperienza e conoscenza necessari e l’illiquidità degli strumenti, è limitato e non rende sostenibile la distribuzione». Il manager auspica l’utilizzo di veicoli più adatti al retail. In tal senso una prima apertura lato normativo sembra esserci con i Sia (conti di risparmio e investimento) che prevedono la possibilità di investire in queste soluzioni.

Favorevoli

Di diverso avviso la posizione di Scalable Capital e di Trade Repubblic, due piattaforme che da qualche mese hanno messo a disposizione Eltif semi liquidi. «Abbiamo optato per l’Eltif BlackRock Private Equity per diverse ragioni – spiega Alessandro Saldutti, country manager Italia di Scalable Capital – in primis perché pensiamo che il nostro cliente, prevalentemente giovane e con il giusto profilo di rischio, possa avere una valida opportunità nel diversificare in un asset class storicamente con le migliori performance, grazie alla sua bassa correlazione ai mercati azionari pubblici. Inoltre, abbiamo optato per una primaria società che opera senza distinzioni tra tipologie di clienti ma dando a tutti le stesse opportunità e con un livello di costi competitivo con un primo versamento di 10mila euro e gli eventuali aggiuntivi dall’euro in su. Poi spieghiamo bene che non ci sono rendimenti certi, che questi nei mercati privati possono essere più alti ma espongono a più rischi e che non si può disinvestire per i primi due anni». Successivamente è possibile disinvestire solo in occasione di finestre trimestrali.

Facoltà prevista da Trade Republic con due diversi Eltif (Apollo e Etq). Attraverso la nuova piattaforma di investimento, i clienti possono investire a partire da 1 euro grazie al frazionamento delle quote, con la possibilità di vendere mensilmente sul marketplace interno di Trade Republic. «Gli investitori non potranno richiedere il rimborso delle loro azioni fino alla fine del periodo minimo di detenzione di 3 mesi – spiega Luca Carabetta, country manager per l’Italia di Trade Republic – successivamente si prevedono rimborsi trimestrali pari al net asset value (Nav) di ciascuna calcolato alla data dell’ultimo giorno di calendario del trimestre».