Segno meno anche in Europa dopo la doccia fredda per i mercati arrivata ieri sera dalla banca centrale americana. Che ha sì tagliato i tassi dello 0,25% come previsto, ma i cui consiglieri ora prevedono solo due tagli nel 2025 e non più quattro come nelle riunioni precedenti. Questo per i timori di una ripresa dell’inflazione. Ieri Wall Street aveva perso circa il 3%, oggi in avvio l’indice principale, l’S&P 500 risale dello 0,65% e il Nasdaq dello 0,90%, anche perché il Pil americano è salito più delle attese: +3,1% il dato annualizzato del terzo trimestre, tre decimi più della stima preliminare.

Tra gli altri effetti, il dollaro si rafforza verso l’euro. La moneta unica europea vale 1,0395 dollari. I rendimenti dei Treasury decennali statunitensi salgono al 4,56%, +18 punti base rispetto a prima dell’annuncio della Fed. In Italia il rendimento del Btp decennale sale di 7 punti base, al 3,48%, lo spread Btp/Bund è in salita di un punto a quota 116 punti base.   

La borsa di Milano oggi è in discesa dell’1,77%, in linea con il resto d’Europa. Scendono tutti i 40 titoli del paniere principale tranne Saipem (+3,60%) che si è aggiudicata una commessa in Nigeria.

Il calo maggiore è di Tim: -7%. La società ha ricevuto dal Ministero dell’Economia e da Retelit l’offerta vincolante per l’acquisto di Sparkle, la società dei cavi sottomarini, per un valore di 700 milioni di euro.

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