Magari quest’anno alcuni, i più fortunati tra noi, a babbo Natale chiederanno un supercomputer da tenere nello studio. E fino a poco tempo fa sarebbe stato inaudito.

Nvidia ha avviato le danze per i suoi due supercomputer desktop, il primo, Spark, già annunciato a gennaio. Dal 18 marzo è disponibile in pre-ordine a 2,999 dollari, per essere consegnato a maggio. Entrambi sono della linea Dgx (ex project Digits): Dgx Spark e Dgx Station.

Nvidia così continua a cavalcare il boom dell’intelligenza artificiale, a cui deve tutte le sue fortune. La linea Dgx si rivolge a sviluppatori di AI, ricercatori, data scientist e studenti che vogliono prototipare, perfezionare e usare per risposte (“inferenziare”) modelli di grandi dimensioni su desktop.

La mossa di Nvidia è pioneristica, ma si inserisce nella tendenza diffusa, tra le big tech, di volere rendere più accessibili i supercomputer o comunque i computer adatti all’intelligenza artificiale. Vanno in questa direzione i supercomputer Google e Hpe, promossi dal 2023, a valle della rivoluzione ChatGpt. Ma in fin dei conti, in chiave minore, ammiccano al fenomeno anche i computer normali dotati dei processori Intel ottimizzati per l’AI.

Certo, Nvidia e il suo capo-guru Jensen Huang ora fa un salto in avanti, visionario. Figlio di una fiducia incrollabile in un futuro in cui l’AI sarà davvero ovunque, in ogni casa, azienda, integrata e invisibile nel tessuto delle nostre società. Come lo stesso Huang ha fatto intendere dal palco del loro super evento Gtc 2025 (San Jose, 17-21 marzo), nel presentare (tra l’altro) i supercomputer.

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