Il Cambridge Dictionary ha scelto “manifest” come parola dell’anno 2024. Il termine è stato cercato sulla versione web del famoso dizionario quasi 130mila volte. Ecco che cosa significa e perché è diventato così popolare.

Immagine di repertorio.

Il Cambridge Dictionary ha scelto “manifest” come parola dell’anno 2024. Il termine è stato cercato sul sito web del famoso dizionario quasi 130mila volte.

Oltre al significato più tradizionale di “rendere chiaro, evidente” e il suo uso anche in forma di aggettivo (la parola risale in inglese almeno al 1300, spiega il Guardian), la decisione del dizionario si basa sull’accezione recente che ha dato popolarità al termine: “immaginare di realizzare qualcosa che si desidera, nella convinzione che così facendo si aumenteranno le probabilità che ciò accada”.

Il significato di 'manifest' sul sito del Cambrige Dictionary.

Il significato di ‘manifest‘ sul sito del Cambrige Dictionary.

Un significato che ha visto crescere la sua popolarità tramite i social media e anche grazie a celebrità come la cantante Dua Lipa e la star della ginnastica artistica Simone Biles.

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Wendalyn Nichols, responsabile editoriale del Cambridge Dictionary, ha affermato che l’uso della parola “si è notevolmente ampliato in tutti i tipi di media a causa degli eventi del 2024 e ciò dimostra come il significato di una parola possa cambiare nel tempo“.

Derivata dal francese e dal latino, la parola, scritta “manyfest”, fu usata dallo scrittore Geoffrey Chaucer alla fine del XIV secolo come aggettivo. Anche William Shakespeare ha utilizzato la parola sia come aggettivo che come verbo, intendendo sia “chiaro” che “rendere chiaro”.

Nel Re Lear il Duca di Albany denuncia Edmund per i suoi “tradimenti atroci, manifesti e molteplici” (“heinous, manifest, and many treasons”), mentre la figura tragicomica della Dodicesima notte, Malvolio, dice, parlando di Olivia: “Ch’è proprio su questo ch’ella qui si palesa all’amor mio” (“And in this she manifests herself to my love”).

Il suo significato più recente, ovvero “dare vita ai propri sogni”, è stato invece registrato per la prima volta soltanto all’inizio del XX secolo, associato allo spiritualismo, e si è diffuso più di recente.

Nonostante la crescente popolarità dell’idea che alcune cose possano accadere se desiderate con grande intensità, il dottor Sander van der Linden, professore di psicologia sociale all’Università di Cambridge, ha detto al quotidiano britannico che l’idea di far accadere qualcosa “manifestandola” non ha alcuna validità scientifica.

Sarebbe una chiara evidenza di ciò che gli psicologi chiamano “pensiero magico”, quindi “l’illusione generale che specifici rituali mentali possano cambiare il mondo che ci circonda”. Il dottor van der Linden ha aggiunto che sono state condotte ricerche approfondite sul valore del pensiero positivo e della definizione di obiettivi, sottolineando però che si tratta di qualcosa di diverso dalla realizzazione concreta.

Come già detto, anche persone dello spettacolo hanno spesso usato in pubblico questo termine. La cantante britannica di origini albanesi Dua Lipa, per esempio, ha raccontato di aver “manifestato” in passato la sua partecipazione al Festival musicale di Glastonbury, dove si è finalmente esibita l’estate passata.

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