Superbonus 110, le ultime notizie



9 Maggio 2024



11:25

Tra le ultime novità sul Superbonus, l’obbligo di spalmare i crediti su dieci anni annunciato ieri dal ministro Giorgetti fa lanciare l’allarme a banche e imprese. C’è il nodo della retroattività, che rischia di far perdere gli investimenti maturati nel corso degli anni. Federcontribuenti annuncia che “non rimane altro che fare causa allo Stato”. Il fuoco amico di Forza Italia: “ci sono profili di incostituzionalità”.

La principale novità sul Superbonus annunciata ieri dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è l’obbligo – “non sarà una possibilità”, ha tenuto a precisare – di spalmare i crediti d’imposta su dieci anni (e non più su quattro). Si tratta di una soluzione già prevista nel 2023, ma era un’opzione e non un obbligo. L’emendamento del governo è stato criticato – non solo dalle opposizioni, ma anche da associazioni di categoria – perché non è chiaro se l’allungamento obbligatorio del periodo di detrazione sarà retroattivo. Secondo molti commentatori, questo violerebbe un principio sacro del diritto per cui le leggi valgono solo per i fatti successivi alla loro promulgazione. I direttori generali di Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) e Abi (l’associazione dei bancari italiani) hanno rilasciato un comunicato congiunto in cui hanno rimarcato l’importanza “in questa fase complessa” di “dare certezze”. Obiettivo che non riuscirebbe nel caso di interventi retroattivi sul Superbonus che al contrario “minerebbero la fiducia di famiglie, imprese e investitori”. Federcontribuenti ha invece fatto sapere che, se questa norma verrà applicata, “alle imprese non rimane altro che fare causa allo Stato per i danni subiti da queste continue variazioni”.

A chi conviene la nuova misura sul Superbonus annunciata da Giorgetti

La misura proposta dal ministro Giorgetti avrebbe il merito di alleggerire i conti pubblici e di far respirare nel breve le casse dello Stato. Sarebbe anche una buona soluzione per quei cittadini con redditi bassi, che non hanno la capienza fiscale necessaria per scontare quei crediti in soli quattro anni. Proprio per queste categorie di persone, infatti, già l’anno scorso (in riferimento ai redditi del 2022) era stata decisa la possibilità di spalmare i crediti su dieci anni, ma in termini appunto solo facoltativi. La natura obbligatoria di questo emendamento fa invece meno piacere alle banche e alle imprese che hanno acquistato i crediti Superbonus, perché i loro investimenti renderebbero meno (per legge) di quanto avevano pianificato.

Lo “spalma crediti” su 10 anni e il nodo retroattività

Qualora la legge avesse efficacia retroattiva, secondo i primi calcoli, i crediti di imposta maturati negli anni scorsi subirebbero una svalutazione del 15%: ad oggi infatti un credito di imposta con recupero in quattro anni vale l’85% del suo corrispettivo nominale, percentuale che scende al 70% in caso di recupero in dieci anni. Ma a prescindere dalla retroattività, bisogna ricordare come – sia pure in pochissimi casi – è ancora possibile la cessione del credito. Nel caso in cui i condomini si avvalessero (o fossero costretti, stando alle parole di Giorgetti di ieri) dello “spalma crediti” su dieci anni, questo rappresenterebbe una decurtazione insostenibile per le imprese edili più piccole e a corto di liquidità. Di conseguenza, c’è chi paventa il rischio che molti cantieri si fermino. Oltre allo “spalma crediti”, ieri il ministro Giorgetti ha voluto ribadire che non saranno introdotte deroghe sulla possibilità di ricorrere a cessione del credito e sconto in fattura

Giorgetti paragona il Superbonus alla tragedia del Vajont: “Siamo intervenuti con la valanga già partita”

Resta quindi da capire se l’annuncio fatto da Giorgetti avrà valore per tutti i contratti o solo per quelli effettuati a partire dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Non è escluso che il ministro Giorgetti possa chiarirlo già nella giornata di oggi, o in quella di domani quando ci sarà il Consiglio dei ministri. Nel frattempo non sono mancate le critiche da parte dell’opposizione, ma anche perplessità da parte di esponenti della maggioranza. Erica Mazzetti di Forza Italia ha lanciato l’allarme: “Il settore rischia il default. Le norme non possono essere retroattive, ci sono profili di incostituzionalità

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