La curiosità di chi si imbatte nelle vetrine di via Pellegrino Rossi si traduce spesso nella richiesta di poter entrare e vedere da vicino chi abita quegli spazi dove un tempo sorgevano i Magazzini Mas, tempio dello shopping dei romani dall’inizio del secolo. Dopo la chiusura nel 2017, quell’edificio affacciato sulla magnifica piazza Vittorio e nel cuore del quartiere Esquilino sembrava destinato all’abbandono. Finché, nel giro di due anni, dallo scorso dicembre è diventata la nuova (e la seconda) sede in città dell’Accademia Costume & Moda, istituzione della formazione di settore che proprio nel 2024 ha celebrato i suoi primi 60 anni.

Un luogo dove si esamina il cambiamento dell’industria, si forniscono proposte, possibilmente si anticipa, e fin dal 1964, quando fu fondato da Rosana Pistolese, giornalista, designer, costumista ma soprattutto pioniera nel comprendere lo stretto legame fra creatività e industria, che avrebbe segnato il successo della moda italiana. Dopo essere stata raccolta e proseguita dalla figlia Fiamma Lanzara, oggi la filosofia e visione della fondatrice viene condotta dai nipoti, Furio Francini e Lupo Lanzara (rispettivamente ad e presidente) che amano definirsene i «custodi» e che hanno segnato anche, tre anni fa, il debutto dell’Accademia a Milano.

«Fra il consolidamento dei grandi gruppi del lusso e il boom del fast fashion negli ultimi 20 anni l’industria della moda si è evoluta profondamente – dice Francini -. Oggi sta vivendo un’altra fase di riflessione strategica, modellata dalla sostenibilità e dalla tecnologia, che investono i modelli di produzione e di consumo, nonché dal primo, diffuso ricambio generazionale. L’intelligenza artificiale potrà creare nuovi lavori, e forse per reazione cercheremo ancor più il contatto umano attraverso un abito su misura. Tutto questo ci costringe a far evolvere continuamente la nostra offerta formativa, anticipando magari lavori che ancora non esistono». Per questo a Roma sono stati lanciati due nuovi corsi: «Uno in Modellistica, Sartoria, Prototipia per la Moda e il Costume, per nobiliare le figure artigianali, e da Milano abbiamo portato anche a Roma quello in Fashion Management e Sistema del prodotto moda, incentrato sulla filiera. C’è poi un terzo progetto, il Master in Fashion Sustainability & Industry Evolution, sui temi centrali dell’evoluzione dell’industria, e che generano nuove necessità, come l’eco-design, in base alle quali stiamo rivedendo anche tutti gli altri percorsi di formazione».

Anche per questo il rapporto con le aziende è cruciale e strettissimo, e passa attraverso collaborazioni e progetti, fra reciprocità di idee, spunti ed esigenze. In realtà è sempre stato così, da quando Rosana Pistolese ebbe l’idea dell’accademia – nome scelto per sottolinearne l’identità di spazio di confronto e ricerca – e fu subito supportata dalle istituzioni politiche e dell’industria, dal ministero del Lavoro alla giovane Camera Nazionale della Moda, che al tempo aveva sede proprio a Roma. «In un filmato c’è Giulio Andreotti che conferisce il diploma di fine corso agli studenti (fra i quali c’è anche Isabella Rossellini, ndr) -, spiegano gli imprenditori -. La politica riconosceva profondamente il senso di un progetto come l’Accademia, che valorizzava il made in Italy ancor prima che se ne mettesse a fuoco il concetto e il valore».

Da sinistra, Lupo Lanzara (presidente ACM), François-Henri Pinault (ad e presidente Kering) e Furio Francini (ad ACM)

Dalle aule dell’Accademia sono passati nomi come Alessandro Michele, oggi stilista di Valentino, e Frida Giannini, designer di Gucci fra 2006 e 2014, ma anche Marco Mastroianni, Responsable Création Matières per Louis Vuitton e Dior. Il tasso di avviamento al lavoro è del 90% e per alcuni Master raggiunge il 100%. La presenza degli oltre 400 studenti delle sedi di Roma (il totale, con Milano, supera i 540) anima e riqualifica le vie del quartiere. La biblioteca dell’Accademia, una delle più importanti del settore, si trasferirà qui dalla sede storica di via della Rondinella e sarà aperta anche al pubblico. «Roma ha molte potenzialità e sta facendo degli importanti progressi, ma servirebbe una visione d’insieme per ridare vita a un sistema moda – sottolinea Lupo Lanzara -. Noi diamo il nostro contributo come custodi di questo progetto, che se possibile vogliamo tramandare a chi verrà dopo di noi ancora migliore».

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