I pensionati che risiedono all’estero subiranno uno stop alla rivalutazione dell’assegno, a meno che non prendano il minimo Inps. La decisione del governo Meloni è contenuta nella manovra per il 2025. A perderci saranno quindi circa 60mila pensionati, che in alcuni casi hanno assegni da meno di mille euro al mese.

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Nella legge di bilancio per il 2025, il governo Meloni ha dato poco spazio al tema delle pensioni. La rivalutazione l’anno prossimo sarà limitata, soprattutto per le pensioni minime, a causa dell’inflazione bassa. Ma non ci saranno più gli stessi tagli per gli assegni più alti. O meglio, non per tutti. Una categoria particolarmente penalizzata, infatti, è quella dei pensionati all’estero. Per loro, la legge di bilancio blocca per il 2025 la rivalutazione dell’assegno. Si ‘salvano’ solo coloro che ricevono meno dell’assegno minimo Inps.

Chi non avrà la rivalutazione dell’assegno pensionistico nel 2025

La novità è inserita all’articolo 27 del testo, in lavorazione al Parlamento e che dovrà essere approvato definitivamente entro Capodanno. Questo recita che “in via eccezionale, per l’anno 2025”, la rivalutazione automatica degli assegni “non è riconosciuta ai pensionati residenti all’estero”, e in particolare a quelli che ricevono “trattamenti pensionistici complessivamente superiori al trattamento minimo Inps”.

L’unica eccezione, quindi, è per chi complessivamente riceve meno del trattamento minimo Inps. Che, è utile ricordarlo, nel 2024 equivale a 598,61 euro al mese. Tutti gli altri non otterranno l’adeguamento all’inflazione, che avrebbe portato un +0,8% all’assegno (o leggermente meno, a seconda del proprio scaglione di reddito).

Rivalutazione pensioni 2025, quanto aumentano gli assegni: le minime salgono di 1,90 euro al mese

È ricompresa anche quella fascia – molto limitata – di pensionati che prendono leggermente più dell’assegno minimo, ma meno di quanto varrà l’assegno minimo con la rivalutazione. Anche questi vedranno un aumento di pochi euro per arrivare all’importo dell’assegno rivalutato. Ad esempio, se l’assegno minimo attuale è di 598 euro e con la rivalutazione salirà a 602 euro, anche chi oggi ne prende 600 riceverà l’incremento necessario per arrivare a 602 euro al mese.

Quante persone perderanno l’aumento della pensione

Stando alle stime del governo, i pensionati che a fine 2023 ricevevano le pensioni all’estero erano 353.514. Di questi, la maggior parte ha un assegno più basso del minimo, in molti casi perché ricevono un’altra pensione dallo Stato estero in cui risiedono e magari hanno lavorato. Ma ci sono 60.746 pensionati che invece prendono più del minimo, e resteranno senza rivalutazione.

La beffa è particolarmente evidente per quegli ex lavoratori che superano l’assegno minimo, ma comunque hanno tutt’altro che una pensione d’oro. Oltre 42mila persone prendono meno di 1.700 euro (lordi) al mese, e ben 31.179 di questi hanno un assegno medio da 745 euro mensili. Insomma, il taglio non colpirà certamente solo chi ha pensioni ricche – cioè quegli 8mila circa che ricevono una pensione media da 4.800 euro al mese.

Gli effetti sul bilancio, va detto, saranno positivi ma decisamente poco significativi. Infatti, al netto di tutti gli effetti fiscali, lo Stato risparmierà 8,6 milioni di euro l’anno prossimo. Un risparmio che resterà tale tutti gli anni fino al 2028, poi il governo ha previsto che la platea interessata inizierà a restringersi.

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