È Schneider Electric il partner hi-tech scelto da Intacture per la realizzazione in Val di Non, in Trentino, del primo data center europeo all’interno di una miniera. Una scelta che punta a ridurre l’impatto ambientale anche con l’efficientamento dei consumi sfruttando le caratteristiche naturali dell’ambiente in cui saranno collocati i server per garantire un raffreddamento più efficiente. In particolare il fabbisogno energetico sarà ridotto fino al 10%, sarà eliminato il gas SF6, contribuisce al riscaldamento globale, mentre le infrastrutture digitali saranno gestite con sistemi di monitoraggio smart e per il raffreddamento ad alta efficienza.
Una serie di soluzioni che permetterà di attestare l’efficienza energetica su un Power usage effectiveness (Pue) inferiore a 1,25, risultato che lo collocherà ben al di sotto della media europea dei consumi dei data center. Inizialmente il data center avrà una capacità di 1,5 MW potenza scalabile fino a 5 MW e dal 2026 l’infrastruttura sarà a servizio delle esigenze delle aziende e allo stesso tempo motore di un polo di innovazione e ricerca per applicazioni in settori strategici per il sistema paese quali l’Ai, l’energia e le scienze della vita. «Dalla scelta della location in miniera all’adozione di tecnologie che minimizzano il consumo energetico, tutto in Intacture è pensato per ridurre l’impatto ambientale e creare un’infrastruttura resiliente e innovativa – spiega Roberto Covi, consigliere di amministrazione di Intacture -. Di cruciale importanza anche la scelta di mettere in connessione e a sistema tutti gli impianti presenti nel data center, in modo tale da poter monitorare con esattezza i consumi elettrici, efficientarli e poterli rendicontare in maniera più trasparente possibile».
Tra le soluzioni tecnologiche che saranno implementate ci sono dei sistemi di raffreddamento avanzati, che combinano scambiatori di calore acqua-acqua e unità di condizionamento ad alta efficienza con gas refrigeranti a basso impatto ambientale, garantendo una riduzione del consumo energetico tra il 5% e il 10% rispetto agli impianti convenzionali. I Rack NetShelter SX Gen2, progettati per ottimizzare il flusso d’aria e ridurre il surriscaldamento, migliorando l’efficienza complessiva della struttura mentre la piattaforma per la gestione dell’energia EcoStruxure Power e il quadro e di media tensione SM AirSeT, elimina l’uso del gas SF6 (esafluoruro di zolfo) – il più potente gas serra esistente – a favore di una tecnologia di isolamento brevettata che utilizza aria pura, riducendo drasticamente l’impatto ambientale dei sistemi di distribuzione elettrica.
Il progetto è finanziato anche con fondi Pnrr, è realizzato da Trentino DataMine, società di partenariato pubblico-privato costituito dall’Università di Trento e un raggruppamento di imprese, selezionato tramite gara pubblica.