Era sera e pioveva quel 13 marzo 2013, quando fu annunciato il suo nome dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro. Un conclave veloce, un giorno in tutto. Il suo nome era conosciuto dentro il sistema vaticano, ma dentro la Curia ratzingeriana fu un brutto colpo e in pochi (tra cui Il Sole 24 Ore) lo avevano visto arrivare “dalla fine del mondo”. Dodici anni di pontificato vissuti pericolosamente, tra riforme avviate e portate aventi non senza difficoltà, cambi netti di pastorale, nuove istanze fino a quel momento tenute sullo sfondo, accoglienza verso il mondo omosessuale, attenzione alle donne, piccole (ma significative e molto contrastate) non strutturali della dottrina in campo familiare, una fronda conservatrice sempre in agguato, specie in campo americano e ora anche un po’ trumpiano.

Bergoglio celebra il suo anniversario dalla stanza al decimo piano del Policlinico Gemelli, dove ha superato la fase critica, pur in un quadro ancora complesso. Si pensa al rientro a Santa Marta magari la prossima settimana, anche se restano tutte le incertezze sulle modalità e i ritmi del pontificato. Tanto che il tema “rinuncia” ogni tanto si riaffaccia, ma sempre e solo nel circuito politico-mediatico, del tutto ininfluente.

Solo Parolin e Pena Parra nella sua stanza in ospedale

Un papato di prime volte: il primo latino americano, il primo gesuita, tanto per iniziare, ma di novità ce ne saranno di continuo. A 88 anni suonati e con una condizione di salite ormai fragile, il pontificato ha ormai come cifra anche quella della salute: l’ultimo ricovero, il 14 febbraio, segna una demarcazione, per molti ormai c’è prima e un dopo nel suo modo di esercitare il pontificato. Da quella stanza d’ospedale, infatti, il Papa continua a governare la Chiesa cattolica, delegando ai cardinali le cerimonie più importanti, nelle quali si leggono testi da lui preparati. Un modus operandi che probabilmente proseguirà una volta dimesso, visto che si si prevede una lunga convalescenza. Nel mese di degenza ha visto pochissime persone, tra cui due volte il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, e il Sostituto alla Segreteria, Edgar Pena Parra, oltre a ricevere (unico estraneo alla Curia e al persona medico) la premier Giorgia Meloni.

 

L’incognita delle celebrazioni di Pasqua

Non si sono mai viste foto della degenza (la decisione è tutta sua) ma si è sentita la voce: l’audio trasmesso dal Vaticano prima della preghiera del rosario in piazza San Pietro, per molti è stato un po’ scioccante, visto il tono davvero debole della voce, rotta, debole e affaticata, mentre per altro “è stato come un miracolo”. Le notti trascorrono tranquille, i bollettini da diversi giorni sono ottimistici (anche se il Vaticano qua e là frena e ricorda che il quadro resta complesso nonostante la prognosi sia stata sciolta) e il suo rientro è atteso anche perché ormai la fase più intensa del Giubileo è in arrivo. Si vedrà se Bergoglio sarà in forma per le celebrazioni pasquali (20 aprile), che quest’anno coincidono con quella degli ortodossi.

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