L’export di orologi svizzeri ha limitato i danni nel mese di novembre. La prevista flessione è arrivata, ma la sua dimensione è nel complesso contenuta, di poco superiore a quella del mese precedente. A fare da barriera è stato ancora una volta il mercato statunitense, l’unico tra i primi dieci ad aver registrato nuovamente il segno positivo. I principali mercati asiatici (Cina e Hong Kong in particolare) ed europei hanno archiviato il mese con il segno negativo. Tra i mercati meno grandi c’è stato un buon numero di segni positivi.
In novembre le esportazioni di orologi svizzeri sono state di 2,40 miliardi di franchi (2,58 miliardi di euro al cambio attuale), il 3,8% in meno rispetto ad un anno prima. In ottobre la flessione era stata del 2,2%, in settembre del 12,4%. Per l’intero arco gennaio-novembre 2024 l’export di segnatempo elvetici è stato di 23,93 miliardi di franchi (25,73 miliardi di euro), il 2,7% in meno in rapporto allo stesso periodo del 2023. Dopo la forte espansione degli anni passati, l’export rossocrociato risente sia del rallentamento economico internazionale sia della forza del franco, che rende di fatto più cari i prodotti svizzeri. Secondo molti analisti del settore, l’obiettivo dell’industria orologiera elvetica comunque dovrebbe essere ora quello di contenere la flessione al 2-3% per l’intero 2024.
Questo l’andamento dei dieci maggiori mercati nel mese di novembre: Stati Uniti 420 milioni di franchi (+4%), Giappone 171 milioni (-2%), Hong Kong 170 milioni (-18%), Regno Unito 169 milioni (-8%), Cina 151 milioni (-27%), Singapore 149 milioni (-6%), Emirati Arabi Uniti 117 milioni (-4%), Germania 115 milioni (-11%), Francia 114 milioni (-2%); l’Italia, che mantiene il suo decimo posto, ha registrato 101 milioni (-2%). Fuori dalla top ten, spiccano tra le altre le cifre della Corea del Sud (undicesima con 79 milioni, +21%), della Spagna (dodicesima con 54 milioni, +33%), dell’India (diciassettesima con 31 milioni, +59%).
Regge solo l’alta gamma (-0,9%)
Per quel che riguarda il tipo di prodotti esportati, a reggere meglio è stata la gamma alta. Gli orologi con prezzo sopra i 3 mila franchi, infatti, hanno registrato una flessione in valore limitata allo 0,9%. La gamma medio-alta, con prezzo tra 500 e 3 mila franchi, ha invece accusato una contrazione del 14%; la gamma media, con prezzo tra 200 e 500 franchi, dal canto suo ha registrato un -7%; la gamma di base, con prezzo sotto i 200 franchi, ha contenuto la discesa, con un -4%.
Guardando all’intero periodo gennaio-novembre di quest’anno, per i primi dieci mercati ci sono quattro segni positivi e sei negativi. Questa la fotografia: Stati Uniti 4 miliardi di franchi (+5%), Cina 1,9 miliardi (-26%), Giappone 1,8 miliardi (+9%), Hong Kong 1,7 miliardi (-19%), Regno Unito 1,6 miliardi (-2%), Singapore 1,5 miliardi (-1%), Germania 1,21 miliardi (-3%), Francia 1,2 miliardi (+2%), Emirati Arabi Uniti 1,1 miliardi (+0,6%), Italia 971 milioni (-1%).