Segno negativo in febbraio per le esportazioni di orologi svizzeri. La gran parte dei mercati principali nel mese ha registrato cali. Ad andar controcorrente nella top ten sono state l’Italia, soprattutto, e poi la Germania, mercati che hanno invece registrato aumenti. L’export di segnatempo elvetici è stato in febbraio di 1,98 miliardi di franchi (2,07 miliardi di euro al cambio attuale), l’8,2% in meno rispetto a un anno prima. Una flessione che ha portato in negativo anche l’insieme del periodo gennaio-febbraio: nei primi due mesi di quest’anno l’export è stato di 3,97 miliardi di franchi (4,15 miliardi di euro), il 2,4% in meno in rapporto allo stesso periodo del 2024.
Incertezza globale e rafforzamento della valuta pesano sull’export
Il buon andamento di gennaio (aumento del 4,1%) non si è dunque ripetuto in febbraio. Il rallentamento economico internazionale e le incertezze sull’evoluzione della crescita mondiale da una parte, la forza del franco che rende di fatto più cari i prodotti elvetici dall’altra. Sono i due fattori principali di freno per le esportazioni di orologi svizzeri. Questo l’andamento in febbraio dei primi dieci mercati: Stati Uniti 340 milioni di franchi (-6%), Hong Kong 151 milioni (-12%), Cina 145 milioni (-25%), Regno Unito 129,4 milioni (-1%), Singapore 129 milioni (-12%), Giappone 126 milioni (-19%), Germania 106 milioni (+3%), Emirati Arabi Uniti 100 milioni (-17%), Francia 97 milioni (-6%), Italia 77 milioni (+23%). Con questo consistente rimbalzo il mercato italiano riconquista il decimo posto, dopo l’undicesimo posto di gennaio.
Calano le vendite dei top di gamma
In febbraio sono stati gli orologi della gamma di base a reggere meglio. L’export dei segnatempo di gamma alta, che hanno un prezzo sopra i 3 mila franchi e che fanno solitamente da traino, ha registrato un calo in valore del 7%. Per la gamma medio-alta, con prezzo tra 500 e 3 mila franchi, la flessione è stata del 15%; per la gamma media, con prezzo tra 200 e 500 franchi, il calo è stato del 3%. Per la gamma di base, con prezzo sotto i 200 franchi, c’è stato invece un aumento del 2%.
Guardando all’insieme dei primi due mesi del 2025, tra i primi dieci mercati cinque hanno il segno positivo e cinque il segno negativo. Questo è l’andamento per la top ten: Stati Uniti 719 milioni di franchi (+4%), Hong Kong 292 milioni (-12%), Cina 282 milioni (-27%), Giappone 280 milioni (+0,9%), Singapore 256 milioni (-5%), Regno Unito 242 milioni (+0,4%), Emirati Arabi Uniti 211 milioni (-3%), Germania 199 milioni (+1%), Francia 187 milioni (-5%), Italia 146 milioni (+5%).
L’obiettivo: contenere il calo
Il polo elvetico degli orologi rappresenta oltre il 50% del fatturato mondiale del settore ed esporta oltre il 90% della produzione. I dati sull’export forniti mensilmente dalla Federazione dell’industria orologiera svizzera (Fh) sono un indicatore rilevante per l’intero settore. Dopo i netti aumenti del triennio 2021-2023, le esportazioni rossocrociate di segnatempo hanno registrato una flessione contenuta (-2,4%) nel 2024. L’obiettivo di questi mesi per il polo elvetico è in buona sostanza quello di continuare a contenere il calo dovuto al quadro economico internazionale e alla forza del franco, in attesa di un rilancio complessivo più avanti.