Addio all’ora legale, torna quella solare. Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025, alle 3:00 del mattino, le lancette dell’orologio dovranno essere spostate indietro di un’ora. Lo scopo principale di questa soluzione è sfruttare meglio le ore di luce naturale del tardo pomeriggio e della sera, riducendo così la necessità di illuminazione artificiale e favorendo il risparmio energetico.

Come funziona

In primavera (nell’ultima domenica di marzo), le lancette vengono spostate avanti di un’ora. Il che implica perdere un’ora di sonno, ma guadagnare un’ora di luce in più alla sera. In autunno (nell’ultima domenica di ottobre), torna l’ora solare: le lancette vengono spostate indietro di un’ora. la conseguenza è che si dorme un’ora in più e le ore di luce si concentrano maggiormente al mattino. Ogni anno viene messo in evidenza il fatto che l’adozione dell’ora legale tutto l’anno eviterebbe lo “stress da cambiamento” legato alla luce, il principale sincronizzatore naturale di tutti i processi dell’organismo, che si manifesta nelle persone con stanchezza, insonnia, irritabilità, mal di testa, sbalzi d’umore, difficoltà a concentrarsi e a mantenere alta l’attenzione. Una sorta di mini-jet lag. L’adozione dell’ora legale tutto l’anno garantirebbe inoltre una maggiore assunzione di vitamina D e attenuerebbe i disturbi del sonno. C’è chi chiede di dire addio all’ora solare in quanto un retaggio di una società contadina mentre ora in un mondo industriale ha più senso che ci sia luce alle 5 della sera che alle 5 del mattino.

Un po’ di storia

Se l’invenzione dell’ora legale risale al Settecento e porta la firma di Benjamin Franklin, in Italia l’ora legale è stata istituita nel 1916 nel corso della Prima Guerra Mondiale proprio per un risparmio in termini energetici fino al 1920, tornando in occasione del Secondo conflitto mondiale tra il 1940 e il 1948. Dopo un primo passaggio nel 1965, è nel 1966 che viene introdotta ufficialmente nel nostro Paese per i mesi compresi tra maggio e settembre. Nel 1980 un accordo tra 14 Paesi, Italia compresa, anticipa il cambio che, da allora viene anticipato in concomitanza con la Pasqua. Il doppio cambio dell’ora durante l’anno, da legale a solare, potrebbe però avere delle ricadute sull’alternanza sonno-veglia e da tempo è causa di dibattito non solo in Italia ma anche nell’Unione europea. Al centro la difficoltà di coniugare risparmio economico e le abitudine sociali e personali di ognuno di noi.

Il dibattito sull’eliminazione (a livello Ue)

Nel 2018 la Commissione europea a guida Jean-Claude Juncker aveva presentato una proposta di direttiva per lo stop al cambio dell’ora, motivandola con i risultati schiaccianti di una consultazione pubblica, che aveva avuto un record di 4,6 milioni di risposte e di cui l’84% favorevoli all’interruzione dei cambi semestrali dell’ora. La Commissione aveva anche presentato studi sui danni alla salute psico-fisica provocati dal cambio di orario e sottolineato la scarsa rilevanza in termini di risparmio energetico dell’ora legale. La proposta tuttavia è naufragata, perché non è stata adottata alcuna decisione definitiva al riguardo. Per adottarla infatti occorre la luce verde sia del Consiglio, sia del Parlamento europeo.

Sima: in 10 anni risparmi da 2,2 miliardi in bolletta, 100 milioni solo nel 2025

La Società italiana di medicina ambientale (Sima) pone l’accento sul fatto che il passaggio da ora legale a ora solare e viceversa non è indolore, ma produce effetti negativi su salute, energia, bollette, ambiente e tasche dei cittadini, al punto che già oltre 350mila italiani hanno firmato la petizione online per rendere permanente l’ora legale tutto l’anno. Assieme a Consumerismo No Profit Sima ha avviato una raccolta firme per chiedere al Governo l’ora legale permanente. Sul fronte energetico – spiega Sima – l’adozione dell’ora legale ha consentito in 10 anni, dal 2004 al 2024, un risparmio pari a 11,7 miliardi di kWh che, in termini economici, equivalgono ad una minore spesa sulle bollette dei cittadini per circa 2,2 miliardi di euro, cui si aggiungono circa 100 milioni di euro e 330 milioni di kWh di risparmio nei sette mesi di adozione dell’ora legale nel 2025 (dati Terna). Ciò equivale a un taglio alle emissioni climalteranti tra le 160.000 e le 200.000 tonnellate di CO2 in meno all’anno, pari a quella assorbita piantando dai 2 ai 6 milioni di nuovi alberi.

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