Ester Mieli già l’avevamo intravista nella prima puntata dell’inchiesta Gioventù Meloniana. Assieme ad Arianna Meloni e altri dirigenti di Fratelli d’Italia partecipa all’inaugurazione della sede di Gioventù Nazionale nel quartiere Pinciano a Roma Nord. Giornalista e già portavoce della Comunità ebraica di Roma, è stata eletta al Senato con Fratelli d’Italia e è alla sua prima esperienza parlamentare. Poco dopo, nella stessa sede, il concerto di musica identitaria tra saluti romani e “Duce, Duce”.

Il suo nome torna ancora una volta in questa seconda puntata. A parlare è Flaminia Pace, dirigente romana di Gioventù Nazionale e coordinatrice del circolo Pinciano, che ha tirato dentro la nostra giornalista infiltrata nelle attività dell’organizzazione. È il 25 aprile e racconta questa scena: La cosa più bella è stata ieri a prendersi per il culo sulle svastiche e poi io che avevo fatto il comunicato di solidarietà a Ester Mieli. Sotto accusa era finito il giornalista di Rai Radio 1 Giorgio Zanchini, che aveva rivolto questa domanda alla deputata: “Onorevole lei è ebrea?“. Domanda a cui Mieli aveva risposto così: “Sì, sono ebrea. Ma lei lo chiede a tutti?”. Zanchini, noto per le sue posizioni politiche progressiste, era finito sotto il fuoco di fila del centrodestra alla vigilia della Festa della Liberazione, rispedendo al mittente le accuse. Tra i tanti comunicati anche quello dell’enfant prodige di Gioventù Nazionale, già lanciata verso le prossime elezioni comunali a Roma. Quella di Flaminia Pace non è l’unica uscita registrata durante la nostra infiltrazione dall’esplicito sapore antisemita.

Il rapporto tra la Comunità Ebraica Romana e la destra è andato consolidandosi negli ultimi anni. La visita di Giorgia Meloni al Tempio Maggiore il 19 dicembre 2022, con le lacrime e l’abbraccio con l’ex presidente della CER Ruth Dureghello (“Grazie per l’invito e per queste parole… noi femmine ogni tanto facciamo questa cosa un po’ così.. di essere troppo sensibili, noi mamme in particolare“), è stato il coronamento di un lungo processo. Dureghello in quell’occasione ringraziava la Presidente del Consiglio così: “Ringrazio lei e il suo governo per il voto contrario alle risoluzione Onu contro Israele, su cui l’Italia si asteneva nonostante il pregiudizio che le caratterizzava. È importante aver interrotto un meccanismo per cui era più rilevante non rompere il fronte europeo, piuttosto che fare la scelta giusta. Il governo italiano l’ha fatto e gliene siamo grati“.

Dallo scoppio della guerra a Gaza ogni manifestazione per la pace o il cessate il fuoco viene accostata all’antisemitismo. Lungi da pensare che non esistano pregiudizi antisemiti a sinistra, lo schiacciamento dell’ebraismo istituzionale sulle posizioni del governo d’Israele, con una progressiva radicalizzazione a destra, ha portato la destra italiana a essere immune dal fare i conti nella sfera pubblica con il proprio antisemitismo (questo si evidentemente radicato e esplicito come si evince dall’inchiesta).

La doppia morale che porta nel privato dell’organizzazione a esprimere un radicato pregiudizio antisemita ripercorrendone i più consunti stereotipi, e in pubblico a sostenere a spada tratta Israele accusando la sinistra pro palestinese di antisemitismo, è la stessa che consente senza contraddizione di urlare “Duce Duce” e “Siegh Heil” nelle proprie sedi, mentre in pubblico si condanna l’esperienza del regime.

La scomparsa dal dibattito pubblico dell’antisemitismo di cui soffre la destra italiana però è anche frutto però di un altro equivoco, quello che porta a sovrapporre le istituzioni ebraiche (che ricordiamo sono associazioni a cui ci si iscrive liberamente), con gli ebrei tout court, con lo stato di Israele e con le politiche del governo di Israele, quando sono cose distinte.

Oggi però la cortina fumogena sull’antisemitismo della destra italiana si è diradata. Alcuni giorni fa Gad Lerner, parlando delle chat del portavoce del ministro Lollobrigida Paolo Signorelli con il narcos e capo ultras Fabrizio “Diabolik” piene di frasi antisemite in cui veniva preso di mira lo stesso Lerner, commentava: “Oggi si proclamano paladini della lotta all’antisemitismo, mentre tra di loro ne coltivano proprio gli stereotipi più infami. Noi ebrei dovremmo ricordarci in questi momenti drammatici di diffidare di certi presunti nuovi amici”. Signorelli per quelle chat si è dimesso, come si è dimesso il portavoce della Regione Lazio e fedelissimo di Francesco Rocca Marcello De Angelis, dopo che sempre Fanpage aveva portato alla luce l’antisemitismo di una sua canzone, e oggi si è dimessa dal suo incarico nel Consiglio nazionale dei giovani Flaminia Pace, mentre il responsabile dell’organizzazione Donzelli ha annunciato provvedimenti interni al partito. Tre indizi si dice che facciano una prova.

E anche le istituzioni ebraiche sarebbe ora che, oltre ad applaudire al sostegno della destra italiana con le politiche di guerra della destra israeliana a Gaza, prendessero sul serio l’antisemitismo laddove si manifesta in maniera limpida e cristallina, invece di continuare a fare finta di niente. Un primo passo è arrivato con le parole di Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica di Roma, che poco faha dichiarato: “La Comunità Ebraica di Roma condanna le immagini vergognose di razzismo e antisemitismo emerse dall’inchiesta di Fanpage ed esprime solidarietà alla senatrice Ester Mieli, vittima di offese intollerabili. Chiediamo che vengano presi provvedimenti adeguati, anche da FDI come ha annunciato. È imperativo che la società e le istituzioni reagiscano con forza contro ogni forma di odio e discriminazione“.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l’Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre “La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee” (2015) e per Fandango Libri “Fascismo Mainstream” (2021).

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