Avanti tutta con la distribuzione degli extracosti per le opere indifferibili, ma le risorse non ci sono e vanno trovate. E’ questo il tenore di due decreti dirigenziali emanati dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti che hanno ripartito i ristori per i maggiori oneri sopportati dalle stazioni appaltanti per la bellezza di 3.977 cantieri e per un totale di 714 milioni di euro nei primi due semestri del 2024. Una sfilza di opere, molte delle quali ferroviarie. Peccato però che è lo stesso dicastero a indicare la carenza di fondi.
Lo fa in un considerato, quando si dice “che le risorse in cassa, alla data del presente decreto, non sono sufficienti a coprire le previsioni di spesa del fondo per l’anno 2023 e 2024, e che pertanto ad oggi non sarebbe possibile rispettare i tempi di erogazione previsti, con nota del 24 settembre 2024 prot. Mit n. 38811 è stata rinnovata la richiesta di incremento di cassa per € 1.181.750.199,12, ne consegue che i relativi pagamenti potranno essere effettuati solo ed esclusivamente alla definitiva assegnazione dell’incremento di cassa richiesto”. E anche che “ per le previsioni di spesa relative al Fondo con nota prot.23219 del 16 maggio 2024 è stato chiesto l’incremento di cassa per un importo totale pari ad euro 700.000.000,00 il cui seguito non ha dato esito positivo”. La richiesta di incremento è stata inoltrata all’indirizzo del Mef, naturalmente, che ora dovrà dire sì o no alle richieste del ministero di Porta Pia.
Oltre ad Acea, Areti, Anas e una miriade di Comuni, Città metropolitane e Regioni, lo sterminato elenco di opere vede tra i protagonisti le ferrovie con circa 200 cantieri Rfi assegnatari di poco meno di 200 milioni di euro a copertura degli extracosti. Ora la parola passa al dicastero di via XX Settembre.