Secondo i medici legali, Mykola Ivasiuk è stato ferito dietro l’orecchio destro e questa ferita ha provocato un’emorragia cerebrale così importante da causarne l’arresto cardiaco.

Mykola Ivasiuk (foto da Facebook)

È morto per emorragia cerebrale Mykola Ivasiuk, il 37enne ucciso durante una rissa fuori al Rosy Bar di Casazza, in provincia di Bergamo. A certificarlo è l’autopsia effettuato all’ospedale Papa Giovanni XXIII su disposizione della sostituta procuratrice Silvia Marchina. Intanto risulta ancora latitante l’uomo che potrebbe averlo colpito con un bicchiere, mentre sono state scarcerate le altre due persone che avrebbero preso parte alla rissa.

L’autopsia sul corpo di Mykola Ivasiuk

Sono arrivati i primi esiti dell’esame autoptico effettuato sul corpo di Mykola Ivasiuk. Secondo i medici legali, il decesso è stato causato da un’emorragia cerebrale, dovuta a una “ferita lacero-contusa retroauricolare destro con ematoma”. L’emorragia ha poi causato l’arresto cardiaco.

In sostanza, secondo la ricostruzione dei medici legali, Ivasiuk è stato ferito dietro l’orecchio destro e questa ferita ha provocato un’emorragia cerebrale così importante da causarne l’arresto cardiaco. Quello che resta, però, da capire è se la ferita se la sia provocata cadendo o a causa dei colpi ricevuti, probabilmente te con un bicchiere di vetro.

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Le ricerche del presunto assassino

A colpirlo, secondo gli inquirenti, sarebbe stato Mohamed Amine Moussine, un 32enne originario del Marocco e clandestino sul territorio italiano, che attualmente è latitante. Egli sarebbe infatti fuggito subito dopo la rissa fuori al Rosy Bar, che intanto è stato chiuso per trenta giorni dal Questore di Bergamo.

Al momento di lui non si avrebbe alcuna traccia, nonostante i carabinieri della Compagnia di Clusone lo stiano cercando in ogni dove. Intanto, però, sono stati scarcerati gli altri fermati: il giudice per le indagini preliminari ha infatti creduto al fatto che sarebbero intervenuti nella rissa solo per difendere Ivasiuk, che era un loro amico.

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