Carlo Ancelotti ha poca voglia di parlare prima di Real-Milan, commosso per le vittime dell’alluvione in Spagna. La Champions passa in secondo piano.
Carlo Ancelotti non ha voglia di parlare di calcio alla vigilia di Real Madrid-Milan di Champions. L’allenatore italiano, così come tutto il gruppo, è profondamente scosso dalla tragedia che ha colpito la Spagna e in particolare la comunità di Valencia, sconvolta dal Dana. Sono più di 200 per ora le vittime dell’alluvione, con il bilancio destinato purtroppo ad aumentare. Ecco perché per Carletto la conferenza stampa prima di una sfida dal sapore assai speciale, alla luce del suo passato in rossonero, è molto difficile.
Ancelotti in conferenza prima di Real-Milan, commozione per le vittime di Valencia
Molto provato e commosso Ancelotti che ha iniziato il suo intervento davanti ai microfoni, mettendo il pallone in secondo piano: “È passata una settimana da questa tragedia, siamo tristi… questa è l’emozione che proviamo, siamo molto vicini a tutte le città colpite. Spero che questa situazione possa risolversi presto e in questo senso spero che voi possiate capire che parlare di calcio è molto complicato: facciamo parte anche noi di questo Paese”.
Ancelotti non vuole parlare di calcio dopo la tragedia del Dana
Non solo parlare, ma anche giocare è difficile con il pensiero di quello che stanno vivendo le popolazioni colpite dalle conseguenze dei fenomeni meteorologici: “Anche giocare a calcio è molto difficile. Per il bene di tutti, e per chi sta soffrendo in questo momento, cercherò di tenere una conferenza stampa il più semplice possibile perché non ho voglia di soffermarmi. Per me quella di domani è una partita molto speciale, vorrei parlare di questo ma per rispetto di tutti resterò il meno possibile“.
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Quanto è stato difficile alla luce di tutto questo preparare la sfida di Champions contro il Milan? Ancelotti non nasconde le difficoltà: “Quanto accaduto tocca tutti perché ascolti, leggi e quello che è accaduto è qualcosa di terribile. Noi abbiamo lavorato perché siamo professionisti e ovviamente proveremo a vincere. Questo è quello che dobbiamo fare“. In chiusura anche una battuta, sul mancato rinvio dell’ultima giornata di Liga: “Tutti sono stati chiari nessuno voleva giocare. Mi sembrava la decisione giusta, ma non siamo noi a comandare, chi sta al vertice decide. Ci sono tanti modi per aiutare, il calcio doveva fermarsi e poi il calcio può e deve aiutare”.