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A una settimana dal nuovo voto richiesto da Grillo dopo il ricorso, spunta una vecchia scrittura privata con cui il garante si sarebbe impegnato a non contestare l’uso del nome e del simbolo del M5s, che potrà essere modificato “in tutto o in parte”.

A una settimana dal momento che vedrà gli iscritti del M5s nuovamente al voto dopo il ricorso di Beppe Grillo, spunta una vecchia scrittura privata con cui il comico genovese si sarebbe impegnato a non contestare in alcun modo l’uso del nome e del simbolo del Movimento. 

Secondo quanto riferisce Adnkronos, con il documento Grillo avrebbe accettato per iscritto di non opporsi a ogni eventuale modifica “in tutto o in parte” di nome e simbolo, impegnandosi a non avviare azioni legali.

Nella carta si riporta come sede nazionale via Campo Marzio, dove il partito si è insediato nel 2021. Il documento però dovrebbe essere precedente, ma la data non risulta visibile per cui non è possibile stabilire a quando risalga precisamente.

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Questa scrittura, nominata in più occasioni anche da Giuseppe Conte, ora potrebbe mettere i bastoni tra le ruote a Grillo, che dopo il voto con cui la Costituente lo ha estromesso dal ruolo di garante, ha rivendicato il potere (previsto dallo Statuto) di ripetere la consultazione.

Cosa c’è scritto nella scrittura siglata tra Grillo e il M5s

Nel documento viene citata la liberatoria che esonera il comico genovese da eventuali responsabilità patrimoniali in caso di cause giudiziarie. Dall’altra parte Grillo si impegna a rispettare una serie di condizioni.

Nello specifico, l’obbligo in capo al garante sarebbe quello di “non formulare in proprio e quale legale rappresentante delle associazioni M5s alcuna contestazioni nei confronti dell’Associazione Movimento 5 Stelle 2017”, guidata da Giuseppe Conte,  sull’uso del nome e del simbolo.

Nel documento, una volta descritte le caratteristiche del logo M5s, viene specificato che questo risulta “modificabile” in futuro “in tutto o in parte” dal Movimento.

Inoltre, il garante si sarebbe impegnato “a non prestare collaborazione funzionale e/o strutturale ad altre associazioni che hanno quale finalità quella di svolgere attività in contrapposizione e/o concorrenziale” con il M5s. In altre parole, in caso di scissione e di nascita di un nuovo movimento contrapposto al partito di Conte, Grillo non potrebbe farne parte. Nell’accordo inoltre, si legge che il patto siglato tra il comico e il Movimento “senza termine di durata”.

Tra i primi a commentare il contenuto della scrittura è stato l’avvocato ex-grillino Lorenzo Borrè. Quanto riportato nel documento “conferma che né il nome né il simbolo sono di proprietà del M5S del 2017”, ha scritto.

Secondo il legale, l’accordo non blinderebbe il simbolo. “E infatti, se il simbolo fosse del Partito di Conte perché riconoscere un corrispettivo per la non contestazione del diritto di utilizzo del contrassegno? E siamo proprio sicuri sicuri che il contratto blinda l’associazione? La prima certezza del Diritto, per chi lo pratica, è che non ci sono certezze assolute. La ‘sorpresa’ può sempre essere dietro l’angolo”, ha concluso.

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