Arrestati Stefania Nobile e Davide Lacerenza
10 Marzo 2025
21:12
Per i clienti dei “tavoli pesanti”, che in una sola serata potevano spendere anche 70mila euro, il titolare della Gintoneria Davide Lacerenza spalancava le porte del privè e offriva una serie di “servizi” extra come sesso a pagamento e cocaina.
“Niente poveri”. Era il grido di battaglia di Davide Lacerenza nelle folli notti della Gintoneria in via Napo Torriani a Milano, ora messo sotto sequestro dalla Guardia di finanza dopo l’arresto del titolare e della socia Stefania Nobile. L’inno di lunghissime serate trascorse tra vini supertuscan d’annata e champagne, caviale, ostriche, scampi crudi e, per i clienti più facoltosi, anche cocaina e sesso a pagamento nel privè.
Nel locale di Lacerenza, del resto, l’ostentazione della ricchezza era tutto. Soldi in contanti, bottiglie da migliaia di euro utilizzate per lavare i cerchioni della macchina (del “ferro”, ovvero della Ferrari parcheggiata in bella vista fuori dalla porta della Gintoneria), gin da 500 euro, cibo esotico, “sciabolate“ con la carta di credito e ogni sorta di status symbol. Il tutto spesso immortalato attraverso storie Instagram dove Lacerenza si mostra circondato da cocaina, alcol e giovani donne, come nel video girato poche settimane prima dell’arresto in compagnia del controverso avvocato e personaggio social Andrea Diprè. Nonché ripreso dalle numerose telecamere all’ingresso e all’interno del locale, di cui si avvisavano gli avventori attraverso un foglio affisso sulla vetrina: “Si prega chi non volesse essere ripreso dai video di avvisare“.
Occhi elettronici che sorvegliavano anche il privè della Malmaison, il “locale rosa” dove i consumatori che spendevano in una sola volta da 5mila euro in su potevano avere diritto a un trattamento decisamente speciale. Il patron della Gintoneria, secondo le accuse della Procura, avrebbe infatti anche procurato ai clienti più facoltosi costosissimi pacchetti che comprendevano “vino, ragazze e droga”, per i quali si potevano anche spendere 70mila euro in una sola nottata. Un particolare “servizio” offerto da Lacerenza e rivolto ai “tavoli pesanti”, verso i quali, come da regola, doveva essere rivolta tutta l’attenzione dei dipendenti: tutti gli altri clienti, che spendevano 20 euro per un bicchiere di gin tonic, 50 o 100 euro, venivano necessariamente dopo.
Che cos’è la tusi, la “cocaina rosa” che Lacerenza e Ariganello offrivano ai clienti della Gintoneria
“Corri che c’è un tavolo pesante”, “Vieni che stanno spendendo un sacco di soldi”. “Stasera ho un tavolo potente, se vieni verso le 22.30″, scrive infatti lo stesso Lacerenza, intercettato dalla Finanza, a escort che gravitano in Gintoneria per “gente di Dubai”, un “sindaco ricco”, un imprenditore svizzero che “ha speso 40mila euro in bottiglie” e tre clienti “di Modena” che nel luglio del 2024, d’accordo con Lacerenza, chiedono espressamente “tre cavalle” (di cui una in particolare) chiamate dal braccio destro Davide “Righello” Ariganello e incaricate da Lacerenza di spingere i clienti a consumare sempre più alcol, poi messo in conto a prezzo maggiorato (“Fagli fare una bottiglia“, chiedeva alle ragazze).
Proventi extra che Lacerenza (per chi indaga, su suggerimento di Stefania Nobile) mascherava postando il giorno seguente sui social lunghe file di bottiglie vuote, con l’intento di giustificare così gli incredibili incassi. Almeno 80 milioni che, secondo quanto sostenuto dal gip Alessandra Di Fazio, potrebbero aver investito all’estero e in particolare in Albania, dove da tempo la figlia di Wanna Marchi apre e vende locali.