“I sauditi possono creare uno Stato palestinese in Arabia Saudita, hanno un sacco di terra laggiù”. È quanto ha detto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in un’intervista rilasciata il 6 febbraio a Channel 14, di cui riferisce il Jerusalem Post. Alla domanda su uno Stato palestinese come condizione per la normalizzazione delle relazioni fra Israele e Arabia Saudita, Netanyahu ha risposto che “non farebbe un accordo che metterebbe in pericolo lo Stato di Israele”. “Soprattutto non uno Stato palestinese. Dopo il 7 ottobre? Sapete, c’era uno Stato palestinese, si chiamava Gaza. Gaza, guidata da Hamas, era uno Stato palestinese, e guardate cosa abbiamo ottenuto: il più grande massacro dopo l’Olocausto”, ha detto il primo ministro. L’intervista è stata condotta durante la visita di Netanyahu a Washington.

Domani scambio di 3 ostaggi israeliani per 183 prigionieri palestinesi

Intanto, la tregua tra Israele ed Hamas raggiunge un’altra tappa. Il portavoce dell’ala militare di Hamas, Abu Obeida, ha infatti dichiarato su Telegram che domani saranno rilasciati gli ostaggi israeliani Eli Sharabi, Ohad ben Ami e Or Levy. Lo riporta il Guardian. In cambio dei tre ostaggi Israele libererà 183 detenuti nelle carceri palestinesi. Lo ha reso noto l’ufficio per i prigionieri di Hamas, precisando che 18 dei detenuti erano condannati all’ergastolo, 54 a lunghe pene detentive e 111 sono stati arrestati nella Striscia di Gaza durante la guerra.

Eli Sharabi, 52 anni, è stato rapito dai terroristi di Hamas che hanno attaccato il kibbutz Be’eri il 7 ottobre 2023. Alla sua liberazione, non troverà la sua famiglia ad aspettarlo: sua moglie Lianne e le loro figlie, Noiya, 16 anni e Yahel, 13 anni, sono state uccise nell’attacco insieme al loro cane, dopo che la loro casa è stata data alle fiamme. Suo fratello Yossi, 53 anni, è stato visto mentre veniva portato via da Hamas su un pick-up, insieme a Ofir Engel, 18 anni, residente di Gerusalemme che era in visita alla famiglia per il fine settimana, e un vicino, Amit Shani, 16 anni. Engel e Shani sono stati rilasciati il 29 novembre 2023 come parte del primo accordo di cessate il fuoco. Yossi è invece è morto durante la prigionia.

Con Eli Sharabi, domani sarà liberato Ohad Ben Ami, israeliano con cittadinanza tedesca di 56 anni, anche lui preso in ostaggio dalla loro casa nel Kibbutz Be’eri con la moglie, Raz Ben Ami. Raz è stata rilasciata durante il primo cessate il fuoco a novembre 2023. Una delle loro tre figlie, Ela, era anche lei a Be’eri ed è sopravvissuta. Quella mattina era rimasta in contatto con il padre su WhatsApp, fino al momento del rapimento, intorno alle 10. Un’altra figlia, Natalie Ben Ami, vive lì vicino nel Kibbutz Nahal Oz con il suo fidanzato ed era rimasta in contatto con i suoi genitori fino al momento del rapimento. Una foto di Ohad è apparsa sui social media due settimane dopo il 7 ottobre, in maglietta e biancheria intima, mentre veniva tirato per la maglietta da un terrorista. Or Levy e sua moglie Eynav – racconta il Times of Israel – facevano tutto insieme. Amavano i festival musicali e quel tragico 7 ottobre sono andati al festival Nova nel deserto israeliano, tra i teatri più drammatici della strage di Hamas. Sono arrivati ;;pochi minuti prima che i terroristi compissero il loro massacro, il più mortale nella storia di Israele: Eynav, 32 anni, è stata uccisa mentre Or, oggi 34 enne, è stato rapito, lasciando solo il loro bambino di appena 2 anni, Almog Levy.

Prima del tragico epilogo, un insieme caotico di messaggi di testo ha catturato gli ultimi minuti della coppia insieme il 7 ottobre: Eynav ha mandato un messaggio a sua madre, che stava facendo da babysitter ad Almog, poco dopo l’alba per dire che erano arrivati ;;al sito del festival. Poco dopo, Or ha mandato un messaggio a sua madre per dire che stavano tornando a casa in auto. Erano le 6:51 del mattino e le sirene suonavano mentre i razzi di Hamas volavano sopra la festa nel deserto. La madre di Or ha risposto: “Stai attento e chiamami quando puoi”. Lui ha chiamato alle 7:39 del mattino per dire che si stavano nascondendo in un rifugio antiaereo. Lei ha chiesto come stavano. “Mamma, non vuoi saperlo”, ha risposto Or, prima che il servizio telefonico si interrompesse. Da allora la famiglia non ha più avuto sue notizie. Diversi giorni dopo, l’esercito israeliano ha informato la famiglia che il corpo di Eynav era stato trovato all’interno del rifugio e che Or era stato rapito.

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