L’Italia è caratterizzata da forti diversità tra Comuni o luoghi limitrofi. Le aree urbane, spesso più sviluppate, presentano realtà differenti rispetto ai Comuni rurali o montani, dove la qualità della vita può essere influenzata da fattori come l’accesso ai servizi, l’occupazione e le opportunità di sviluppo economico. Questa variabilità, accentuata dalla localizzazione dei luoghi per altitudine e latitudine, richiede un approccio statistico rigoroso – la statistica, infatti, è la scienza che misura le diversità – che tenga conto, nella misurazione del fenomeno, delle specificità locali.

Il tema è delicato, specialmente se si tiene conto del fatto che il nostro Paese non solo presenta contesti socio-economico-ambientali vari, ma è anche storicamente caratterizzato da radicati campanilismi. L’indagine del Sole 24 Ore considera la qualità della vita un fenomeno multidimensionale che comprende, tra gli altri, la salute, l’istruzione e il lavoro. Per la sua misurazione si selezionano 90 indicatori, riconducibili a sei domini principali e dopo delle sintesi si giunge ad un indice che racchiude in un numero la complessità dei fenomeni misurati. L’approccio adatto alla multidimensionalità del fenomeno richiede l’applicazione di tecniche statistiche di trasformazione e sintesi dei dati (indici compositi) idonee a misurare la qualità della vita nelle città italiane. L’Istat gioca un ruolo fondamentale in questa direzione, poiché fornisce gran parte degli indicatori utilizzati, contribuendo a caratterizzare l’analisi: il ricorso ai dati della statistica ufficiale è per sua natura imparziale; dati che permettono non solo di monitorare le condizioni di vita, ma anche di orientare gli interventi verso la soluzione dei problemi specifici emersi dall’analisi.

Negli ultimi mesi, all’interno del Sistema statistico nazionale (Sistan), si è riproposto il tema del rapporto tra granularità e tempestività dei dati. Scendendo molto nel dettaglio territoriale (comunale o sub-comunale) le misure non sono tempestive; di contro, se si è tempestivi le misure riguardano un livello territoriale elevato (regionale e nazionale). Il momento è cruciale poiché aumentare, di pari passo, granularità e tempestività è un obiettivo dichiarato della statistica ufficiale e può guidare le scelte della politica locale.

Vediamo qualche esempio. La banca dati «Indicatori territoriali per le politiche di sviluppo» presenta indicatori per regione, macroarea e per le aree obiettivo dei diversi cicli di sviluppo. Il sistema multifonte «Amisuradicomune» offre una serie di indicatori comunali, provinciali e regionali utili per i compiti di programmazione e gestione degli enti locali. Le nuove «Previsioni demografiche» comunali trovano impiego tra i policy maker per la conoscenza delle tendenze di invecchiamento della popolazione, la programmazione sanitaria, l’organizzazione delle strutture scolastiche e la rete dei trasporti. Il «Registro esteso Frame-Territoriale» contiene le principali variabili economiche delle imprese a livello territoriale per comune e per settore di attività. Inoltre, sfruttando i censimenti permanenti e i registri statistici, l’Istat ha ampliato la misurazione di fenomeni multidimensionali, con il rilascio di alcuni indici compositi: l’Indice di fragilità comunale e l’Indice di disagio socio-economico a livello sub-comunale sono strumenti di lettura del territorio molto apprezzati dagli amministratori locali. Si tratta di misure che hanno il chiaro obiettivo di essere delle spie per i governi locali i quali, in caso di luce rossa, possono concentrare l’attenzione – e gli eventuali interventi – sui fenomeni che gli indicatori rivelano essere più critici.

Anche senza (e oltre) il meccanismo della graduatoria – utilizzato dal Sole 24 Ore – le statistiche ufficiali sul territorio consentono di affrontare con cognizione di causa le scelte cui sono chiamati gli amministratori locali per migliorare le condizioni di vita delle nostre comunità, supportare eventuali riprogrammazioni delle risorse e promuovere un dibattito pubblico informato e consapevole.

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