La candidatura forse più controversa per le prossime elezioni europee di giugno, quella del generale Roberto Vannacci, continua a suscitare polemiche e dibattito politico, tra battute, frecciate, distinguo e in qualche caso veri e propri scontri. È quanto successo a Napoli tra le forze dell’ordine, in assetto antisommossa, e una trentina di giovani che protestavano per la presenza del candidato indipendente per la Lega.

I manifestanti, che procedevano in corteo e intendevano superare le transenne e il cordone di polizia a protezione dell’area dove Vannacci avrebbe presentato il suo libro, hanno lanciato palloncini d’acqua e poi colpito gli scudi degli agenti con aste di bandiera. La polizia ha quindi risposto con l’utilizzo dei manganelli, ma non sembrano esserci feriti. I due schieramenti al momento si sono fronteggiati in via Nazario Sauro.

Partito da piazza del Plebiscito, il corteo di circa 30 giovani si è diretto verso un teatro sul lungomare partenopeo, luogo dell’evento con il generale candidato. I manifestanti recavano uno striscione con la frase “Vannacci Napoli non ti vuole, fattene una ragione”. Uno di loro reggeva anche una bandiera palestinese, altri mostravano una foto del generale con gli occhi coperti dallo slogan “Cacciamolo”.

Intanto, fermandosi a parlare con i giornalisti, Vannacci è tornato sulle polemiche legate alla sua candidatura, in parte contestata da alcuni dirigenti leghisti, e ha detto: “Vengo da un’esperienza che è quella degli incursori nelle forze speciali, siamo abituati a lavorare dietro le linee nemiche in totale autonomia e indipendenza. Quindi, il fatto che me la debba cavare da solo non è una novità, però questo non vuol dire che agirò come una scheggia impazzita”.

“Le discussioni che avvengono all’interno del partito – ha proseguito il generale – sono legittime e naturali ma non mi riguardano direttamente, io non faccio parte della Lega, sono un candidato indipendente, ho dei valori e dei principi che sono sicuramente sovrapponibili con quelli della Lega, soprattutto per quanto attiene l’identità, la Patria, la famiglia naturale, la sicurezza; e quindi continuerò a combattere per la promozione di questi valori”.

 

Il distinguo di Zaia: “Mi sentirei un traditore a non votare un veneto”

Precisando che non c’è “nessuna battaglia” sulle candidature all’interno della Lega, il governatore del Veneto, Luca Zaia, dice la sua sulla corsa nel Nord-Est del “generale, come ama farsi chiamare”. E chiarisce subito, indirettamente, che non lo voterà, aggiungendo di essere in disaccordo con alcune sue dichiarazioni. “Non condivido – rileva Zaia – la proposta delle classi separate per disabili e la concezione di Mussolini come statista”. Poi ricorda che “il generale è candidato indipendente, non è con la Lega. Mi sentirei un traditore – conclude il presidente del Veneto – a non votare un veneto”, richiamando il fatto che Vannacci è ligure di nascita e romagnolo di formazione.

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