«I tedeschi devono votare per il cambiamento, come hanno fatto gli americani, e per questo raccomando con forza di votare la Afd, è puro buon senso. Solo Afd può salvare la Germania, fine della storia». Elon Musk mette tutto il suo peso sulla campagna elettorale di Alternative für Deutschland. In una conversazione di 75 minuti con la candidata alla Cancelleria, Alice Weidel, trasmessa ieri sulla propria piattaforma X, il tecnomiliardario si è speso per la terza volta in poche settimane per il movimento di ultradestra. Affinità elettive, come quelle che portano l’alter ego di Donald Trump a sostenere l’estrema destra britannica. In Italia, i rapporti sono ottimi con la premier Giorgia Meloni.
Tutta colpa della Merkel delle rinnovabili
La chiacchierata sui destini della Germania e del mondo inizia con Musk che invita Weidel a spiegare cos’è Afd e finisce con interrogativi sul senso dell’universo, con una deriva a metà strada tra il reality show e “Guida galattica per autostoppisti” di Douglas Adamas. Weidel si lancia in un pezzo forte del suo repertorio, la tirata contro Angela Merkel, responsabile di tutti i mali, dall’apertura all’immigrazione, all’impulso alle fonti rinnovabili. Il tono è subito informale, rilassato. E lo diventerà sempre di più: una chiacchierata tra due che la pensano alla stessa maniera, punteggiata da risatine di derisione e insulti all’indirizzo dei partiti della dissolta coalizione Semaforo, accusati di essere «molto stupidi o di odiare il proprio Paese» (Weidel).
Stesso trattamento per i media mainstream, che mettono in cattiva luce Afd che le loro menzogne. Di solito, il partito usa l’espressione Lügenpresse, stampa bugiarda (tradotta in «fake news» nel vocabolario trumpiano). La sintonia con Musk qui è totale, come pure sull’avversione allergica al pensiero woke e al politicamente corretto: nelle scuole tedesche descritte da Weidel, si insegna solo «nonsenso socialista e gender». Sintonia completa ovviamente sull’immigrazione, che porta negli Stati Uniti e in Germania masse di «criminali», per colpa della sinistra. «Pazzesco! Incredibile!», concordano Musk e Weidel. E giù risatine.
«Hitler era comunista»
Non poteva mancare la difesa della «libertà di parola», minacciata dalle regole dell’Unione Europea. E qui il surreale comincia a far capolino, con Weidel che non solo paragona la Ue a Hitler e alla censura nazista, ma sottolinea che il Partito nazionalsocialista tedesco aveva appunto «socialista» nel nome (coincidenze?). Di più: «Hitler non era un conservatore, ma un comunista, un socialista. Punto!», svela Weidel, mandando all’aria decenni di storiografia bugiarda. Al contrario, «la Afd è un partito conservatore e liberale».
E se la guerra in Ucraina si può liquidare asserendo che «tantissimi stanno morendo per niente» (Musk), sul Medio Oriente Musk ci tiene a far dire a Weidel che lo Stato di Israele ha diritto a esistere. Non solo: «Afd è l’unico vero difensore degli ebrei in Germania», assicura lei.