Fulvia Conte, responsabile dei soccorsi di Medici Senza Frontiere, ha raccontato a Fanpage.it cosa è avvenuto ieri durante il soccorso effettuato dalla Geo Barents nel Mediterraneo: “25 donne e 4 bambini sono stati presi con la forza dalle milizie libiche. Le persone sono state minacciate, picchiate con il calcio del fucile, e i libici hanno sparato in aria. Gli uomini sono stati costretti a buttarsi in acqua”.

La nave Geo Barents di Msf ieri ha assistito a un respingimento illegale avvenuto nel Mediterraneo centrale. La dinamica è insolita: due gommoni libici, che si sono identificati come motovedette pur non avendo alcun elemento identificativo, si sono avvicinati a un altro gommone carico di migranti, e hanno iniziato a sparare, provocando la caduta in acqua di diverse persone. I migranti erano partiti dalla Libia ma provenivano da Etiopia, Eritrea, Yemen, Egitto.

Quello che è successo ieri è un fatto inedito, proprio per le modalità di azione dei libici. Come ci ha raccontato la responsabile dei soccorsi di Medici Senza Frontiere Fulvia Conte – che si trova in questo momento a bordo della Geo Barents, attesa al porto di Crotone domani pomeriggio – quando la nave dell’Ong si è avvicinata al barcone in difficoltà, dopo aver ricevuto una segnalazione da parte del call center per le persone nel Mediterraneo Alarm Phone, ha visto una scena inconsueta: a bordo della motovedetta dei libici c’erano 29 persone, 25 donne e 4 bambini, mentre sul gommone dei naufraghi c’erano solo uomini, e molti di loro erano finiti in acqua.

“Quando Alarm Phone ci ha avvisati del gommone in difficoltà eravamo a circa 8 miglia di distanza”, ha detto Fulvia Conte a Fanpage.it, “Eravamo abbastanza vicini, quando siamo arrivati sul posto abbiamo visto che il gommone era circondato dalle motovedette libiche, prive di un segnale di identificazione. Via radio, una delle due imbarcazioni si è identificata come Guardia costiera libica, identificando anche l’altra come tale. Ci hanno chiesto di effettuare il soccorso, perché l’imbarcazione stava affondando. Ma quando i nostri RIB sono arrivati, si sono trovati davanti a una situazione drammatica: su uno dei due grossi gommoni libici c’erano 25 donne e 4 bambini che erano stati presi con la forza e con la violenza. Le persone sono state minacciate, picchiate con il calcio del fucile, e i libici hanno sparato in aria. Gli uomini sono stati costretti a buttarsi in acqua. Le nostre imbarcazioni per il soccorso sono riuscite a recuperare le 70 persone finite in mare. Nonostante diverse comunicazioni, via radio dal nostro ponte e a voce dai RIB, non siamo riusciti a impedire che i gommoni libici con le donne e i bambini facessero rotta verso la Libia”.

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Quanto accaduto ieri significa che molti nuclei familiari sono stati separati con la forza. La Geo Barents ha salvato in tutto 83 maschi, di cui 37 sono minori: “Molte famiglie sono state divise. C’è un uomo che è stato separato dalla moglie e dai suoi due figli, uno di 11 e uno di 3 mesi. Ci ha racontato che le milizie sono arrivate vicino al loro gommone e hanno preso sua moglie e i due bimbi. Lui ha cercato di spiegare che faceva parte della stessa famiglia, chiedendo di non essere separato da loro. Ma non c’è stato nulla da fare, sotto minaccia armata lo hanno respinto”, ha detto Fulvia Conte.

“Le torture in Libia avvengono in videochiamata”

“È una dinamica che risulta strana anche a noi, fino ad ora non si era mai vista, anche se di intercettazioni in mare ne avvengono tantissime, e veniamo a sapere solo di una piccola parte di queste, grazie alle testimonianze delle Ong. Questa separazione forzata avvenuta ieri non ci è molto chiara. Le donne nelle carceri libiche sono ancora più vulnerabili, sono più esposte a violenze fisiche e sessuali, i bambini sono spesso testimoni delle torture subite dalle loro madri. In queste dinamiche atroci a volte non c’è una vera ragione sensata. C’è solo la volontà disumana di fare profitto il più possibile sulle persone in movimento”, ha detto ancora Fulvia Conte a Fanpage.it.

“Alcuni migranti ci hanno raccontato che le milizie hanno iniziato a prendere le persone a bordo quando hanno visto i nostri RIB in avvicinamento. Ma sappiamo benissimo che in genere i naufraghi vengono deportati in Libia perché poi viene chiesto un pagamento alle loro famiglie, e quindi i migranti vengono torturati a scopo di estorsione. Spesso vengono fatte le torture in videochiamata: avere moglie e figli ancora in Libia ti costringe ad arrivare in Europa per cercare di guadagnare dei soldi da mandare, per tentare di far uscire i tuoi cari dalla prigione”.

“Gli 83 migranti che sono con noi sono molto angosciati. Hanno subito in passato violenze, fisiche, mentali e sessuali, e in più in questo caso devono anche affrontare questa separazione drammatica, avvenuta davanti ai loro occhi. Ieri ci dicevano si essere perfettamente consapevoli di quello che donne e bambini vivranno da stasera: saranno stuprati e torturati tutti i giorni”.

Domani pomeriggio la Geo Barents attraccherà a Crotone, ma si fermerà solo per il tempo necessario per far scendere gli 83 naufraghi. Subito dopo ripartirà per una nuova missione. “Siamo stati già a terra due mesi, per un fermo imposto dal governo italiano – ha detto Conte a Fanpage.it – Il nostro obiettivo ora è quello di stare in mare il più possibile dove c’è bisogno”.

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